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Il Consiglio provinciale di Perugia e il Partito di Rifondazione comunista hanno presentato le loro "ricette" per far fronte all'emergenza dell'uso di stupefacenti

Dopo un periodo in cui in Umbria si tendeva a sottovalutare, se non ignorare, il problema droga, sembra che adesso tutti abbiano capito il problema. Lo choc, tuttavia, rischia di inficiare una reazione efficace e potrebbe, addirittura, portare ad azioni controproducenti.
L’idea del Consiglio Provinciale di Perugia, che chiede una campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta ai giovani sul grave rischio droga e da organizzare nelle scuole, nelle discoteche e negli altri luoghi in cui i giovani sono soliti ritrovarsi, non pare molto discussa con chi ben conosce la psicologia giovanile.
Un detto: “parlate di me, parlate anche male, ma parlate” semplifica l’effetto che possono avere le parole per fare pubblicità: ad una persona, ma anche a comportamenti.
L’effetto emulazione nei giovani è forte, come lo è il desiderio di protagonismo e di nuove esperienze. C’è quindi da chiedersi se le “campagne” rivolte nei loro confronti, da un mondo da cui si sentono estranei ed a cui, in molto casi, sono ribelli, siano utili. Forse l’esperienza spagnola di puntare sulle “testimonianze” di chi ha intrapreso ed è uscito dall’incubo droga potrebbe essere più utile da seguire.
Sicuramente c’è più bisogno di “campagne” di conoscenza del perché del “fenomeno” e di contrasto di quanti approfittano della situazione, che di azioni che rischiano di sembrare solo fatte per precostituirsi un alibi: “te l’avevo detto!”.

Nei primi 100 giorni del 2007 si sono verificati nella Provincia di Perugia 9 decessi per abuso di stupefacenti e solo grazie alle associazioni di volontariato e alla professionalità dei medici del 118 e del pronto soccorso si è riusciti a salvare da overdose almeno una persona al giorno.
L’Umbria detiene da tempo il triste e ben poco invidiabile primato in Italia per decessi da abuso di droga e risulta essere non solo un crocevia per lo smercio della droga ma addirittura la quarta regione in Italia per uso ed abuso di tali sostanze.

Da parte sua, il PRC ha presentato una sua ricetta partendo da una constatazione:  “mentre in Italia le overdose mortali sono passate in pochi anni da 1.200 a 600, in Umbria il dato non scende affatto, e sono aumentate le morti che interessano una nuova generazione giovani, da 20-24 anni, che tornano all’eroina e tendono a unire più sostanze in misture micidiali”.
La proposta è orientata prevalentemente a contrastare gli effetti delle assunzioni di droga anche se si punta il dito sulle organizzazioni criminali che gestiscono il mercato. Infatti il segretario regionale Vinti chiede di intervenire con strumenti nuovi, come “sistemi di allerta rapida, interregionali affidati a terminali (singole persone) in grado di segnalare e diffondere tempestivamente la notizia dell’arrivo sul mercato di sostanze pericolose.
A suo giudizio è anche necessario ricorrere all’uso tempestivo di sostanze salvavitada affidare alle forze dell’ordine e ai familiari dei giovani assuntori“, perché in alcuni casi i servizi di pronto soccorso sono chiusi nei festivi e non in grado di fa fronte nemmeno con il tradizionale metadone”.
Nel corso della presentazione della proposta, Francesco Piobbichi, responsabile nazionale delle politiche sociali di Prc-se e conoscitore della realtà umbra, per essere stato operatore di strada ed amministratore nell’alto Tevere, ha fatto una fotografia impietosa della realtà umbra. “Oggi molti sedicenni si avvicinano direttamente alla eroina, e questo si spiega con il fatto che in Umbria trovano sostanze pure, ad un costo accessibile. C’è un vero mercato, organizzato ed efficiente capace di vendere a tutte le ore del giorno e della notte, messo in piedi dalla espansione della camorra, gestito da un vertice malavitoso che si avvale di spacciatori magrebini destinati a diventare loro stessi tossici ed a comportarsi, di conseguenza, come quei commercianti che ampliano gli orari dei loro negozi, proprio per aumentare l’offerta e creare nuova domanda anche da fuori regione. A Perugia si può acquistare a tutte le ore del girono e della notte. Questo ha generato la nuova ‘dinamica poliassuntiva’ (cocaina, eroina, psicofarmaci, alcool) che rende difficile anche organizzare interventi salvavita.
In questo contesto, è quasi ovvio che il drogato diventa un clandestino non avvicinabile dai servizi, con unità di strada che operano dal lunedì al venerdì per sole quatto ore, mentre c’è da far fronte a centinaia di richieste. Lo stesso servizio di Sert al quale si rivolgono 800 utenti è considerato dalla opinione pubblica un servizio da tenere a dovuta distanza, una sorta di inceneritore che non trova nemmeno la sede” e che, come sottolineato da Maria Rita Manfroni, capogruppo di Prc-se al Comune di Perugia,” negli ultimi dieci anni si è avuto il raddoppio degli utenti e questo ha provocato un decadimento del servizio, anche per mancanza di sedi territoriali più vicine al fenomeno”.

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