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Lo "scambio", previsto dalla proposta di legge regionale, tra ristrutturazioni nei centri storici ed aumento delle cubature nelle periferie, non sta bene a Rifondazione Comunista

Nuova grana per la Lorenzetti: per Rifondazione Comunista “Il disegno di legge regionale umbra sui centri storici delinea un complesso di interventi il cui costo ambientale e istituzionale potrebbe essere insostenibile“.
L’uso del condizionale da parte del consigliere regionale Pavilio Lupini (Prc-Se), lascia intendere che la chiusura non è netta ma i problemi per la Giunta non saranno pochi.
La proposta regionale che delinea nuove norme “per i centri e i nuclei storici” (in discussione nella II commissione di Palazzo Cesaroni) è criticata su due questioni: l’impatto negativo sulle periferie urbane e il pericolo di espropriazione delle funzioni di programmazione urbanistica dei Comuni.
Rispetto al primo punto, l’esponente di Rifondazione comunista, si chiede se “è giusto scaricare sulle periferie urbane il peso degli incentivi previsti dal meccanismo della premialità, considerando che questi ambiti territoriali vedrebbero aumentati fino ad un terzo i loro volumi edificatori”.
Per quanto riguarda il ruolo dei Consigli comunali, Lupini ritiene “sbagliato espropriare i Consigli comunali del diritto-dovere di programmazione del territorio attribuendo ai privati cittadini, o imprese, la facoltà discrezionale di ridisegnare le lottizzazioni delle zone di espansione urbana.
Questa legge rischia di fare concessioni imbarazzanti alla speculazione immobiliare e di aumentare il rischio di degrado delle periferie urbane”.

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