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Tutti i luoghi non coltivati sarebbero, secondo la Corte Costituzionale, idonei alla raccolta del prezioso tubero: la novità sottolineata dal consigliere regionale dell'Umbria Baiardini

Secondo quanto esposto in una interrogazione del consigliere Baiardini presentata in Consiglio regionale dell’Umbria la raccolta dei tartufi sarebbe liberamente praticabile in tutti le aree che non costituiscono boschi o terreni coltivati.
Pertanto dovrebbero essere riviste le posizioni di quanti sono stati denunciati dal Corpo Forestale, in base a quanto disposto dalla legge regionale 8/04, per raccolta in aree demaniali.
La Corte Costituzionale con sentenza n. 212/06, infatti, ha affermato che è possibile la ricerca dei tartufi nei boschi, nelle sponde, negli argini dei corsi d’acqua, perché questi sono da considerarsi come terreni non coltivati.
Peraltro è da ritenersi legittima anche la raccolta nei parchi, nelle oasi, nelle zone ripopolamento cattura ed addestramento cani, nelle aziende faunistico- venatorie ed agrituristiche venatorie, se questi non costituiscono ambienti territoriali diversi da boschi e terreni non coltivati.
La riapertura di un tavolo di confronto con tutti i soggetti implicati a vario titolo dalla legge (Corpo Forestale dello Stato, ricercatori, associazioni degli agricoltori, Comunità montane) comunicata dall’assessore Carlo Liviantoni, “potrebbe contribuire – a giudizio di Baiardini – a superare la fase di incertezza applicativa, risolvendo le controversie che hanno segnato anche queste ultime settimane”.

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