Seppur col ritardo storico delle statistiche europee, si conferma che il 2004 per l’Umbria è stato un anno “orribile” dal punto di vista dello sviluppo economico: la regione è andata sotto la media europea.
L’ufficio europeo di statistica (Eurostat), in una pubblicazione sul prodotto interno lordo regionale nell’Ue, nel gruppo delle 15 regioni europee che nel 2004 rispetto al 1999 hanno messo a segno il cambiamento più significativo in negativo del Pil dodici sono regioni o province autonome italiane.
Questa la classifica considerando zero la media Ue-27: fanalino di coda in Ue la Provincia autonoma di Bolzano (-29,1), seguita da Valle d’Aosta (-22,9), Provincia autonoma di Trento (-21,6), Piemonte (-20,3), Emilia-Romagna (-20,1), Liguria (-18,2), Umbria (-17,5), Friuli-Venezia Giulia (-17,4), Molise (-14,9), Lombardia (-14,7), Toscana (-14,7), Abruzzo (-13,4).
Con il segno meno, tra le quindici regioni con performance peggiori anche una regione tedesca, una francese e una finlandese.
Dall’altra parte della classifica spicca al primo posto (+25,1) la regione di Londra (Inner London) che in Ue resta la regione con il Pil più elevato per abitante.
La parte bassa della classifica, si sottolinea nella pubblicazione di Eurostat, traduce “nettamente la crescita lenta di alcuni paesi Ue-15”. Per quanto riguarda, i vecchi Paesi Ue, aggiunge l’ufficio di statistica, “nessuna regione in Italia, in Francia e in Portogallo è riuscita a seguire il passo di sviluppo della crescita media Ue-27“.
I centri più dinamici sono invece indicati in Spagna, Irlanda, in alcune regioni del Regno Unito, negli stati baltici, in Slovacchia, in Ungheria e Romania, mentre quelli dove l’attività economica si è sviluppata in maniera meno dinamica e inferiore alla media europea sono in Austria, Germania, Francia, Portogallo e Italia.
- Redazione
- 14 Settembre 2007
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