I Comuni dell’Umbria non ci stanno a sentirsi definiti “spendaccioni” dalla stampa locale e dicono la loro sul ‘Libro verde’ del ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa.
E ribattono affermando che “la spesa comunale è la migliore e più autorevole testimonianza dell’elevato profilo qualitativo delle amministrazioni municipali umbre”.
Secondo il presidente regionale dell’Anci Paolo Raffaelli, “i due grandi Comuni umbri, Perugia e Terni, hanno una spesa pro-capite di 890 euro, inferiore di 132 euro, quasi il 20%, rispetto alla media nazionale di questa tipologia di Comuni. I Comuni umbri sono i massimi investitori italiani, con 845 euro pro-capite, secondi solo alla Lombardia. Si tratta in realtà di un primato nazionale, visto che il risultato dei Comuni lombardi è largamente gonfiato dai volumi di investimenti di Milano”.
Ciò significa che i Comuni umbri sarebbero particolarmente bravi nel riequilibrare i propri bilanci, trasferendo risorse dalla spesa corrente alla spesa per investimenti, trasformandosi perciò in istituzioni per lo sviluppo. I piccoli e piccolissimi comuni umbri, anche quelli di montagna, gli stessi che ottengono lusinghieri riconoscimenti perchè particolarmente belli e vivibili, hanno una spesa media per abitante inferiore alla media italiana, e con questo basso livello di spesa riescono a garantire la salvaguardia e lo sviluppo di condizioni di qualità di vita assolutamente significative per località destinate altrimenti a risultare marginali.
Per il presidente umbro dell’Anci e sindaco di Terni “il mix di spesa corrente e per la prestazione dei servizi ai cittadini e di spesa per investimenti della platea dei Comuni umbri di medie dimensioni, compresi tra i cinque e i diecimila abitanti, testimonia di una forte e virtuosa qualità ammministrativa. Spesa più elevata della media nazionale – ha proseguito – ma anche investimenti e livelli di servizio largamente superiori alla media, cioè una allocazione di risorse che, se si guarda nel dettaglio, vale a sostenere politiche di sviluppo turistico e culturale, identificazione e riconoscibilità dei territori, in definitiva forte valorizzazione dell’Umbria come regione di città”.
- Redazione
- 13 Settembre 2007
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