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Clamorosi risultati di una ricerca inglese che ha messo sotto accusa i produttori di cibi pronti per bambini

I contestatori dell’idea che gli adolescenti “discoli” siano dei malati psichiatrici potrebbero trovare un forte sostegno da parte di una ricerca inglese che mette sotto accusa, per l’iperattività dei nostri figli, quello che mangiano.
Secondo una ricerca condotta dalla Southampton University su commissione della Food Standards Agency (Fsa) alcuni additivi artificiali presenti in molte bibite, dolci e cibi pronti potrebbero influire sul comportamento dei bambini.
In particolare la ricerca suggerisce che l’assunzione di certi mix di coloranti artificiali in unione con il conservante sodio benzoato può essere collegata a fenomeni di iperattività.
Lo studio è stato condotto somministrando a bambini di varie fasce di età non interessati da disordini comportamentali, un mix di additivi creato a fini di ricerca (non si tratta di un prodotto in commercio) che corrisponde alla media di additivi assunti quotidianamente da un bambino inglese.
Dopo aver consumato la bevanda
, un cocktail di diversi coloranti del tipo E e di conservante sodio benzoato i bambini diventavano più chiassosi, perdevano concentrazione e avevano reazioni impulsive.
La Fsa raccomanda di controllare la dieta dei propri figli e, nel caso si riscontrino segni di iperattività, eliminare i cibi che contengono coloranti E ed il sodio benzoato.
Sotto i riflettori, quindi, anche le scuole cui i genitori chiedono comunicazioni chiare riguardo gli ingredienti dei cibi somministrati ai propri allievi.
Intanto partono le polemiche: la Fsa è sotto accusa per non aver tempestivamente provveduto a indicare all’industria una data di scadenza entro la quale eliminare gli additivi dai loro prodotti.

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