Novità importanti per i centri storici dell’Umbria sono contenute nella corposa proposta di legge (in allegato) presentata dalla Giunta Regionale ed ora all’esame della commissione consiliare.
Sicuramente la parte che più sarà discussa sarà quella relativa ai meccanismi previsti sul piano edilizio.
In pratica si prevede che chi ristrutturerà edifici nei centri storici potrà costruire in periferia anche in deroga a quanto previsto dai piani urbanistici comunali.
La Regione tuttavia afferma di essere determinata a “dotarsi di una legge sui centri storici che consenta di esaminarli non solo dal punto di vista edilizio ma nell’insieme delle funzioni, con l’obiettivo primario di preservare e soprattutto di rivitalizzare, riqualificare e valorizzare i tessuti storici della nostra regione”.
L’obiettivo primario pertanto sarebbe quello di “ridare un senso compiuto ai centri storici ricreandone il loro ruolo centrale e strategico nella città e nella regione”.
In definitiva si cerca di rideterminare le condizioni affinché i centri storici da “musei” tornino ad essere centri direzionali. Sicuramente un obiettivo importante, che però potrebbe fallire ove la rivitalizzazione si fermasse alle attività economiche, culturali e sociali e non riguardasse il problema costituito dalla diminuzione dei residenti nei centri storici.
Le attività commerciali e simili, infatti, assicurano una “vitalità” a metà, quasi artificiale se non sostenuta dalla presenza 24 ore al giorno di una comunità stanziale.
La stessa “premialità” edilizia potrebbe divenire un’arma a doppio taglio, incentivando la trasformazione di case d’abitazione abituale in luoghi esclusivi e di prestigio, ma disabitati per la maggior parte dell’anno.
Una condivisione più generalizzata avranno quasi sicuramente gli altri provvedimenti previsti.
Ad esempio nei centri storici sono ammesse giornate e orari di apertura e di chiusura delle attività artigianali, di vendita e di somministrazione liberamente determinate dagli operatori, previa concertazione con l’amministrazione comunale, oltre i limiti previsti dalla normativa di settore;
Sono ammesse attività artigianali in deroga alle disposizioni di legge e regolamentari in materia di superfici, standard e distanze tra attività medesime. Sono ammesse per le attività di pubblici esercizi deroghe alle disposizioni di legge e regolamentari in materia di parametri numerici, standard e superfici.
Sono altresì previsti specifici contributi ed incentivi comunali per gli operatori economici che ripristinano funzioni e servizi mancanti nel centro e nucleo storico, anche mediante la messa a disposizione a canoni convenzionati di locali e aree pubbliche.
I Comuni possono concorrere al perseguimento degli obiettivi previsti dalla legge mediante:
a) riduzione delle aliquote dell’imposta comunale sugli immobili al limite minimo stabilito dalla legge, da applicarsi per un periodo compreso tra dieci e venti anni;
b) contributi comunali finalizzati all’abbattimento dei tassi di interesse praticati dagli
Istituti di credito;
c) promozione di interventi finalizzati alla realizzazione di autorimesse pubbliche e private.
- Redazione
- 5 Settembre 2007
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