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Assisi è soddisfatta del proprio modello di gestione che reputa migliore e più economico: il costo annuo è di 3,3 milioni di euro contro i 4,5

La notizia che anche il Comune di Todi (al pari di quello di Deruta) vorrebbe andare fuori dall’Ato della nettezza urbana, comincia ad avere contorni più precisi e riferimenti, anche non tuderti, sullo sfondo.
Notizie nuove si possono dedurre da quanto sta accadendo ad Assisi dove il vicesindaco, Giorgio Bartolini ha dichiarato che “le cifre parlano chiaro: attualmente il Comune paga, per lo smaltimento, alla Gesenu 1.100.000 euro. Per la raccolta, anche della parte differenziata, servizi straordinari, per eventi, pulizia, trasporto eccetera, alla Ecocave, 2.200.000 euro. Per un totale di 3.300.000 euro l’anno”.
Il livello del servizio della Ecocave è elevato e soddisfacente, se è vero come è vero, che Assisi è stata premiata da Legambiente con il patrocinio del Ministero dell’ambiente, ed inserita al sesto posto nella classifica dei Comuni area centro Italia sopra i 10.000 abitanti, oltre ad essere l’unico Comune in Umbria ad aver svolto una raccolta differenziata effettiva del 40%.
Il vicesindaco di Assisi ha poi ricordato che «il progetto ipotizzato per un appalto dell’ Ato 2 riguardante i 23 comuni del Perugino, Trasimeno, Marscianese, Tuderte che ne fanno parte, ha voluto omogeneizzare l’aspetto qualitativo del servizio degli stessi comuni”.
In conseguenza di ciò “per Assisi si è ipotizzato un abbassamento della qualità e un innalzamento del costo, da 3,3 milioni di euro a 4,5 milioni di euro, secondo le indicazioni fornite dall’Ato sul valore della futura base d’asta”.

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