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Le organizzazioni sindacali evidenziano le loro preoccupazioni per i ritardi dell'ATO nella procedura di affidamento della concessione

Poca chiarezza sul futuro del soggetto gestore del servizio idrico integrato dell’ATO n° 1 e più nello specifico di Umbra Acque è stato denunciato da Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil dell’Umbria. Addirittura viene paventato un ritorno al passato: “un soggetto unico o per caso si dovrà pensare ad una scomposizione dello stesso in tante piccole società speciali o per meglio dire al ritorno a piccole e piccolissime aziende municipali di proprietà dei singoli Comuni?”. La preoccupazione sembra discendere dal fatto che “l’ATO 1 non ha provveduto ad avviare la procedura per l’affidamento della concessione ventennale, così come è stato fatto dall’ATO n° 2 e n° 3 dell’Umbria”.
Il soggetto gestore fu costituito formalmente nel 2003, l’anno della crisi idrica non con una regolare procedura di gara con evidenza pubblica per l’assegnazione della concessione. A quel tempo fu deciso di rinnovare anno per anno l’affidamento per la gestione del servizio idrico integrato, per i 38 comuni partecipanti all’ATO 1. Umbra Acque è una società nata dalla fusione delle ex Cesap, Conap, Sogepu, Tsa e Crea che ad oggi conta circa 350 addetti.
Il 67% delle sue azioni sono dei 38 comuni dell’ATO ed il restante 33% dell’Acea di Roma. Dal 2003 ad oggi sono stati prodotti circa 62 milioni di euro di investimenti attraverso il finanziamento delle banche e ne sono previsti, dal “Piano d’Ambito”, altri 238 circa per i prossimi sedici anni.

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