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Nascerà nella frazione di Marsciano per iniziativa di quattro dipartimenti scientifici e tre centri d'ateneo dell'Università di Perugia.

A Spina, una delle principali frazioni di Marsciano ci sarà il centro di ricerca universitario da cui si approfondiranno e coordineranno gli studi umbri sul clima. L’Università degli studi di Perugia ha istituito infatti il «Crc» (Centro di ricerca sul clima e sui cambiamenti climatici), per iniziativa di quattro dipartimenti scientifici e tre centri d’ateneo.
Il Crc, di cui il professor Bruno Romano è direttore scientifico, ha sede nelle strutture del «Crb» (Centro di ricerca sulle biomasse), nella Rocca di S. Apollinare, in località Spina di Marsciano. Tra i suoi principali obiettivi, quello di coordinare, promuovere e svolgere ricerche, sia di base che applicate, nel settore del clima e dei cambiamenti climatici. Inoltre, stimolare iniziative tese alla partecipazione a programmi e progetti di ricerca in ambito nazionale ed internazionale e favorire azioni tese alla divulgazione scientifica e alla collaborazione interdisciplinare, oltre al reclutamento di personale di ricerca, soprattutto giovani laureati.
Il centro dell’ateneo perugino già collabora con il «Cmcc» (Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici) con sede a Lecce. Nei dipartimenti e nei centri coinvolti operano gruppi di ricerca che si occupano di tematiche attinenti al clima, con specifiche competenze.
Tra i filoni di studio, gli effetti delle variabili meteorologiche sull’accrescimento di colture energetiche dedicate (riconducibile all’attività del Centro di ricerca sulle biomasse); effetti dei parametri meteorologici sull’inquinamento atmosferico e la dispersione degli inquinanti (riconducibile all’attività del «Ciriaf», Centro interuniversitario di ricerca sull’inquinamento da agenti fisici); studio e modellazione dei processi climatici e fisici del sistema atmosferico e oceanografico terrestre (riconducibile alle attività relative al progetto «Amma», African Monsoon Multidisciplinary Analysis, finanziato dall’Unione europea, cui l’Università partecipa come partner); effetti dei cambiamenti climatici sui criteri di gestione delle risorse idriche, su quelli delle opere idrauliche e sulle problematiche connesse con la difesa del suolo e le dinamiche del territorio (riconducibile all’attività delle sezioni di ingegneria delle acque ed ingegneria ambientale del dipartimento di ingegneria civile ed ambientale).

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