Come prevedibile, la scoperta di un diffuso assenteismo presso l’Ospedale ex Silvestrini di Perugia, oggi ribattezzato Santa Maria della Misericordia, ha scatenato da parte della Casa delle Libertà accese polemiche politiche, che sono lecite ma che sono “curiose” coincidendo con l’aggiornamento della vicenda di un personaggio d’alto livello del centrodestra, che aveva tentato di sbarcare in Umbria e che si è macchiato di un’azione a danno del servizio sanitario nazionale. Ma andiamo con ordine.
In un comunicato congiunto dei capigruppo in Consiglio Regionale del centrodestra, si legge che “Azienda sanitaria e Regione sono parte in causa e debbono rispondere politicamente del loro comportamento omissivo, che ha contribuito a gettare discredito sulla sanità umbra e a creare nei cittadini quel clima di forte sfiducia che oggi si respira”. Per questo, secondo la Casa delle Libertà dell’Umbria, l’assessore regionale Rosi ed il direttore Orlandi debbono immediatamente dimettersi.
“La direzione dell’Azienda Ospedaliera di Perugia e la Regione – evidenziano i capigruppo della minoranza – hanno una grave responsabilità politica nella vicenda dell’assenteismo all’interno dell’ospedale. Oggi, – aggiungono – l’una si dichiara parte lesa, l’altra promuove una commissione d’inchiesta, mentre sarebbe stato assai più efficace che avessero vigilato su ciò che avveniva sotto i loro disattenti occhi, senza attendere che magistratura e forze dell’ordine se ne occupassero per i profili penalmente rilevanti”.
In verità già dalle prime dichiarazioni del Procuratore della Repubblica sembra evidente che l’indagine non è altro che il proseguimento di quella che a settembre aveva portato ad altri arresti al Policlinico di Monteluce.
Tale tesi è rafforzata, oltre che dalle dichiarazioni del direttore generale Orlandi, assurto alla carica solo nei primi giorni del 2007, anche dal Ministro Turco che ha sottolineato “la preziosa collaborazione tra la Magistratura e l’Azienda sanitaria perugina”. Collaborazione che non è potuta mancare perché, per fare la loro indagine i Nas dovevano necessariamente accedere anche ai sistemi informatici della Azienda ospedaliera, oltre che a quelli cartacei. Casomai è da apprezzare il fatto che l’indagine, durata tutti questi mesi e pur riguardando tante persone, non sia trapelata anzitempo all’esterno.
L’altra notizia è legata alla “auto assoluzione” del senatore Gustavo Selva che, dopo aver tentato o essere stato tentato di candidarsi a sindaco di Todi nelle ultime elezioni comunali, confessò candidamente un mese e mezzo fa di aver indebitamente richiesto l’intervento urgente di una autoambulanza pubblica per superare problemi di traffico che gli impedivano di partecipare ad una trasmissione televisiva. Sommerso dalle critiche e dalla reprimende, il senatore aveva fatto il “bel gesto” di dimettersi dal senato, ma il pentimento è durato solo pochi giorni (si attende comunque notizia di un “rimborso” per le spese inutili sostenute dal servizio sanitario). L’ex corrispondente della Rai si è assolto da solo ed ha annunciato il ritiro delle dimissioni perché, sostiene, così gli chiedono gli elettori. Un corpo elettorale, evidentemente molto ridotto di numero, se è stato possibile interpellarlo in così breve tempo, e stranamente conosciuto: nome e cognome, in ciascun suo componente. In questo caso, ci sia passata la forzatura, nessun comunicato da parte della Cdl dell’Umbria.
- Redazione
- 19 Luglio 2007
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