Gli attori italiani, i guitti prima di tutti gli altri hanno sedimentato nei secoli, dentro ai loro canovacci, un repertorio vastissimo di caratteri, di lazzi, tirate (le odierne gag) e situazioni ridanciane sulle quali l’estro di ciascun artista si è misurato, davanti al “rispettabile pubblico” generoso d’applausi ma all’occorrenza severo censore. La piazza era divisa con artisti di varia sorta: suonatori, trovatori, saltimbanchi, acrobati, burattinai, fattucchiere, saltatori d’orsi (testimoniati fino a tutto l’Ottocento), e perfino con imbonitori e ciarlatani; tutti là a vendere meraviglie.
Il moderno clown (chissà perché qualcuno di loro trova perfino offensivo sentirsi definire “pagliaccio”, mannaggia agli anglicismi!) è l’erede di tanta tradizione attoriale, tutta in equilibrio tra opposti: impaccio e destrezza, slanci e cadute, furberie e candore, cinismo e dabbenaggine.
Lunedì 16 luglio, nella pubblica piazza di Marsciano, gli eredi son tornati. La compagnia BRUCALIFFO ha omaggiato la tradizione pagliaccesca (è detto quindi con tutta l’ammirazione e il rispetto, sia chiaro), col suo spettacolo CARTO(O)NS, per la regia di Leris Colombaioni, un nome e un cognome sonanti se si parla di tradizione circense.
Lo spettacolo CARTO(O)NS, inserito nel programma del festival “Piazze, giullari, e altra gente di strada”, ruota fin dall’inizio intorno al Circo e alla sua storia. Nella sua forma più riconoscibile Il tendone, piccolo come un giocattolo, posto su un altarino al centro della scena è venerato come una reliquia, da tutti gli attori in scena. La storia senza filo avanza tra i lazzi e il gioco s’impossessa di attori e pubblico finchè un frenetico, bambinesco salto della corda in cui si gettano due pagliacci non finisce per franare sul tendone che crolla disintegr andosi.
E’ la fine di tutto. I presenti, nessuno escluso, sono responsabili del disastro e lacrimano inscenando un funerale che conduce in cerchio il tendone ormai in pezzi. Sarà una spettatrice a dover consolare in un abbraccio Budino il pagliaccio dalla chioma boscosa. Ma la musica funerea muta lentamente in una marcia malinconica e grottesca che subito lascia il passo alla più disperata allegria. E’ il circo che non può morire; la scena riprende vita attraverso i corpi dei pagliacci, scatenando risa e commozione, portando in fine gli spettatori sulla scena a danzare e a condividere con gli artisti il rito dei saluti, tutti insieme dentro allo spettacolo. Così è il Circo, così la vita.
I protagonisti: Cecilia Luciani TILT, Sara Gagliarducci BUDINO, Valentina Nibid SAPONE, Theano Vautaziani FISCHIO. Ai musicisti Alessio Fratoni RHUM, e Marco Di Teodoro SPILLO. La scenografia è di Sergio Florà, con la consulenza drammaturgica e musicale di Claudio La Camera. La regia di Leris Colombaioni.
L’ultima giornata del quarto Festival “Piazze, giullari, e altra gente di strada” è per giovedì 19 luglio alle 21.30: in cartellone c’è “SIRCUS” della Compagnia “BOTEGA”, con la coreografia e regia di Enzo Celli.
- Mirko Revoyera
- 18 Luglio 2007
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