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La riduzione delle emissioni di anidride carbonica non è più rinviabile

Grazie al crescente benessere economico, in estate, per combattere la calura si fa sempre più spesso ricorso all’uso di condizionatori d’aria e ciò si traduce in un forte incremento dei consumi energetici e quindi delle emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera.
Ma l’effetto negativo delle ondate di calore sul bilancio dei gas ad effetto serra non si limita al solo aumento delle emissioni legate ai consumi energetici: in alcuni casi la perturbazione può essere così intensa da causare fenomeni di stress degli ecosistemi terrestri. Quando la temperatura sale al di sopra di una certa soglia ed in assenza di precipitazioni, ad esempio, i nostri boschi che sono soliti assorbire, con la fotosintesi, anidride carbonica dall’atmosfera, possono diventare una sorgente addizionale di gas serra.
Il risultato finale è doppio: la concentrazione di CO2 in atmosfera aumenta sia per l’azione dell’uomo che per il contributo addizionale degli ecosistemi.
L’Osservatorio Kyoto, un organismo finanziato dalla regione Toscana e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche misura quanta CO2 assorbe il bosco di Lecceto, poco lontano da Siena. I dati mostrano che in concomitanza con ondate di calore ( prima rilevazione nel mese di Luglio 2006) quel bosco non assorbe più, anzi emette CO2. In media 66 grammi per metro quadrato. Mentre, dal confronto con i mesi precedenti e successivi, esso avrebbe dovuto assorbire circa 172 grammi di CO2 ogni metro quadro. Al netto, quindi, il solo mese di Luglio è “costato” oltre 200 grammi di CO2 per metro quadro. Ora, i boschi a prevalenza di leccio e/o sughera coprono in Toscana circa 121mila ettari e si può stimare, quindi, che l’emissione di CO2 di questo tipo di bosco nel mese di Luglio 2006 sia stata di oltre 294mila tonnellate e cioè quasi 5 volte l’emissione dovuta all’aumento dei consumi elettrici per gli impianti di condizionamento.
L’esempio del Luglio 2006 mette bene in evidenza come si stia innescando un meccanismo pericoloso “a catena”: se aumentano le temperature aumentano i consumi elettrici e le emissioni di gas serra. Ma si creano condizioni di stress per gli ecosistemi che non as-sorbono più gas serra. Ciò provoca un incremento dell’effetto serra che a sua volta si traduce in un nuovo innalzamento delle temperature e così via, un circolo vizioso dalle conseguenze molto pericolose .
Fortuna che i dati degli altri mesi – da maggio ad ottobre – sono ancora a favore della funzione benefica degli alberi, ma cosa succederà se tutto l’anno sarà estate?  

 

 

 

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