L’ANCI dell’Umbria ha riunito il suo consiglio direttivo per discutere principalmente della questione finanziaria dei Comuni umbri, «con particolare attenzione – riferisce un comunicato – alla problematica degli avanzi di gestione ed al federalismo fiscale». Secondo l’associazione dei comuni umbri, «in assenza di modifiche e miglioramenti come quelli indicati dai Comuni al Governo, verrebbe fortemente penalizzata la qualità della vita delle comunità locali e ci si troverebbe di fronte al concretissimo rischio di un taglio dei servizi». Ribadite le richieste di ANCI nazionale su questioni come le risorse del Dpef e l’Ici.
Ma quello che ha tenuto banco è stata “l’aggressiva campagna antipolitica che si riversa nei confronti delle municipalità senza che si avverta, da altri livelli istituzionali la consapevolezza che i Comuni costituiscono il livello della politica più prossimo e attivo nei confronti dei cittadini e che la loro delegittimazione si tradurrebbe in un radicale indebolimento del sistema istituzionale della democrazia italiana”. ANCI Umbria per tale situazione si dice molto preoccupata e rilancia la proposta di un patto tra le istituzioni per il controllo ed il contenimento dei costi impropri della politica e di un ulteriore, radicale snellimento degli apparati burocratici e di servizi.
Quest’ultima proposta riecheggia da decenni nella politica, sia nazionale che umbra, ma l’impressione è che sia voglia iniziare la costruzione del nuovo partendo dal tetto anziché dalle fondamenta. E’ l’eccessiva abnorme produzione di leggi – oscure, complicate, sempre soggetto a plurime interpretazioni – a generare la burocrazia e non viceversa. Certo si sarà pure tra i burocrati chi si inventa del lavoro inutile solo per giustificare il proprio ruolo o la propria presenza ma la sopravvivenza di tali figure è figlia del sistema regolamentare caotico.
L’ Anci umbra, comunque, avanza la sua doppia proposta di tagliare, tramite un garante, i costi impropri della politica («e della difesa dei costi necessari della democrazia») e di snellire gli apparati burocratici, invitando infine i 92 Consigli comunali dell’Umbria a discutere di questa piattaforma insieme ai cittadini.
- Redazione
- 13 Luglio 2007
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