L’attenzione sul problema rifiuti–smaltimento si concentra sull’aspetto costi, con una polemica che però lascia invariati i termini della questione. La smentita–puntualizzazione regionale non cambia il fatto che l’Umbria sia la terza regione in Italia quanto a costo della raccolta. Il metodo di calcolo dei costi sarà pure sbagliato, ma l’errore allora è nazionale ed i rapporti tra regioni non cambiano, a meno che non si dimostri che è il rapporto Umbria- Apat il solo ad essere tra sordi.
Secondo l’assessore regionale all’ambiente, Lamberto Bottini “I dati presentati da Cittadinanzattiva sul costo dello smaltimento dei rifiuti in Umbria non corrispondono a quelli in possesso della Regione, notevolmente più bassi”. In verità, come poi ammette l’assessore, Cittadinanzattiva ha solo divulgato la sintesi di un corposo rapporto dell’APAT cui la Regione sembra voler addossare la responsabilità“.
E’ evidente che esiste una oggettiva difficoltà da parte dell’Agenzia nazionale per l’ambiente e per i servizi tecnici (“Apat”) nell’elaborare i dati forniti dai comuni attraverso il modello unico di dichiarazione ambientale (“Mud”) che, in molti casi, contiene voci aggiuntive di spesa rispetto a quelle propriamente da attribuire al servizio di gestione dei rifiuti. Una situazione – ha detto l’assessore – che ha comportato anche in passato spiacevoli incongruenze tra i dati certificati dalla Regione Umbria e quelli pubblicati dall’Osservatorio nazionale sui rifiuti nel Rapporto annuale. Nel 2005, ad esempio, sono stati riscontrati tagli a carico della raccolta differenziata in Umbria che ne hanno abbassato la percentuale di circa quattro punti rispetto a quanto certificato dalla Regione”.
“Nell’ultima certificazione annuale sulla produzione dei rifiuti realizzata dai competenti uffici regionali (relativa al 2005) – ha detto Bottini – il costo del trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani solo in alcuni casi arriva ad 83,28 euro a tonnellata, mentre a livello regionale il costo medio si attesta attorno ai 50/60 euro a tonnellata. Siamo quindi distanti – ha sottolineato l’assessore – dalla spesa media superiore ai 100 euro indicata dall’Associazione, e da un presunto incremento dei costi del 22 per cento nel 2006 rispetto all’anno precedente. Per ovviare a questa criticità – ha proseguito – la Giunta regionale ha avviato una sperimentazione che prevede l’utilizzo di un applicativo informatico denominato ‘Orso’ per l’acquisizione di dati omogenei ed articolati sui rifiuti urbani, utile a verificare la correttezza delle informazioni inviate.”
- Redazione
- 6 Luglio 2007
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