Società fittizie con sede anche in Umbria sono coinvolte nel vasto giro di fatture false e nel commercio di maiali infetti dalla Spagna. Dodici le persone arrestate dalla Guardia di Finanza. Altre 35 denunciate alla magistratura, 21 le società coinvolte. L’inchiesta ha portato alla scoperta di una evasione per circa 50 milioni di euro.
Durante l’operazione sono stati abbattuti 250 suini, che erano destinati alla macellazione, e che sono risultati affetti da malattie vescicolari. Altri 300 animali sono stati abbattuti perchè di provenienza incerta. Gli animali provenivano per la maggior parte dalla Spagna e in molti casi erano affetti da malattia vescicolare suina, patologia non pericolosa per l’uomo ma estremamente contagiosa negli allevamenti. Nell’inchiesta sono finite anche società, realmente esistenti, che acquistavano gli animali già «nazionalizzati», e società che poi provvedevano alla commercializzazione e alla macellazione dei capi.
Ovviamente nell’inchiesta, denominata «Pig Europe», condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sono coinvolte anche alcune società spagnole che sarebbero state il punto di riferimento per l’approvvigionamento dei maiali. Numerosi commercianti di animali si sarebbero mostrati compiacenti con i presunti organizzatori del traffico, essendo a conoscenza della provenienza illecita dei suini. Secondo l’Osservatorio nazionale zoomafia della Lav, in Italia esiste una sorta di «cupola del bestiame», responsabile di reati che vanno dalle truffe ai danni dell’Erario, dell’Ue e dello Stato, al traffico illegale di medicinali, dal furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari, fino ai gravissimi reati di procurata epidemia e diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati«. Detta cupola, aggiunge la Lav, gestisce un business annuo di almeno 400 milioni di euro. »In alcune Regioni la ‘Cupola del bestiame’ gestisce un vero e proprio mercato parallelo delle carni, con la complicità di venditori disonesti e veterinari collusi – continuano – grazie ai quali la macellazione illegale può avvenire addirittura nei macelli pubblici o convenzionati.
- Redazione
- 6 Luglio 2007
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