Condividi su facebook
Condividi su twitter
Anche in uno dei tanti comuni limitrofi, Bevagna, si chiede di conoscere i risultati dei controlli effettuati dall’ARPA sui residui e sui fumi della combustione del carbone
biomass

La vicenda della centrale elettrica di Ponte di Ferro di Gualdo Cattaneo cresce di tono e si amplia a territori limitrofi. A livello regionale il consigliere di An, Zaffini, aveva dichiarato che “i timori dei residenti, che nella centrale si cominci a bruciare combustibile derivato da rifiuti (cdr) o biomassa non vergine, potrebbero essere fondati poichè l’Enel ha presentato un progetto per l’utilizzo di 100mila tonnellate annue di biomasse non meglio identificate. La quantità di biomassa prevista nel progetto – aveva spiegato – è eccessiva rispetto alle disponibilità del territorio regionale, fatto che lascia pensare che dietro il termine ‘biomasse’ si celi magari proprio il cdr, quello, sì, facilmente reperibile in zona”. Motivo ulteriore di polemica la “tutela” sul comitato cittadino gualdese “L’operato dei comitati – aveva tuonato Zaffini – non può e non deve essere strumentalizzato, né cannibalizzato dalla sinistra radicale che pretende di farsi partito di lotta, pur essendo partito di governo”. Sembrava che la questione potesse rientrare nella comune dialettica politica dopo le decisioni unanimi del Consiglio Comunale di Giano dell’Umbria (comune che con la sua frazione più popolosa. Bastardo, si divide di fatto, con Gualdo Cattaneo l’onere e l’onore della centrale ENEL) di fatto disponibile ad un confronto con la società elettrica e scettico sulla nocività delle emissioni in atmosfera.
A ributtare tutto all’aria alcuni consiglieri comunali della CdL di Bevagna, comune confinante con Gualdo Cattaneo, che proprio per la vicinanza alla centrale si sono preoccupati. Con una interpellanza gli stessi hanno sollecitato “il sig. Sindaco affinché, nella sua veste di Ufficiale sanitario, riferisca al Consiglio i risultati dei controlli effettuati dall’ARPA sui residui e sui fumi della combustione del carbone dell’impianto “Pietro Vannucci” e quale sia l’intendimento dell’Amministrazione comunale di fronte a un dato che, senza controprove, appare allarmante per la salute dei cittadini di Bevagna.”

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter