Ed ora siamo a sei. Tre altri esercizi commerciali sono stati chiusi in Umbria, per aver violato l’obbligo di emettere ricevuta o scontrino fiscale. Sospensione dell’attività per tre giorni consecutivi, applicando le sanzioni minime previste.
Nonostante che il clima per gli evasori, grandi o piccoli che siano, stia cambiando e questi non vengano più visti come i “furbi” da ammirare ma si trovino agli occhi della pubblica opinione più o meno al livello dei “costosi della politica”, c’è ancora chi intende sfidare la fortuna e la “rabbia” dei clienti. Quest’ultimi sono sempre più consapevoli che la mancata emissione dello scontrino o della fattura si risolve in una vera e propria truffa al cliente. Apparentemente l’evasore fa un favore al cliente e non ci guadagna nulla. Invece il suo guadagno è enormemente superiore a quello del cliente che passa per il “tonto della situazione” che paga regolarmente le tasse ma aiuta quelli che gliele aumentano. L’iva che il cliente risparmia, e che l’evasore non paga, è ben poco cosa rispetto alle imposte dirette che il suo fornitore omette di versare ed alla stessa iva, e l’imposta diretta, che viene evasa a monte. Per giustificare bassi giri d’affari, infatti occorre omettere il rilascio di scontrini e fatture ma anche omettere di pretenderli quando si acquistano le materie prime o i prodotti da rivendere. Il cliente “tonto” dà il via e copre un gigantesco giro di evasione che poi si ritorce contro lui stesso.
- Redazione
- 5 Luglio 2007
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