Anche l’onorevole umbra Marina Sereni è intervenuta sui costi della politica. Lo ha fatto sul suo sito web personale rispondendo ad alcune lettere pervenute che denunciavano “vergognosi privilegi”. In primo luogo la deputata umbra sottolinea il fatto che il più delle volte i vari livelli politico economici guardano sul piatto del vicino più che sul proprio.
La Sereni ha infatti affermato:“ Mi sembra cioè improprio che dal governo si invochi la riduzione degli emolumenti degli assessori comunali e dai deputati si chieda il dimezzamento dei ministri. Non parlo poi degli imprenditori o dei manager che criticano gli stipendi degli eletti e che non si interrogano sulle mega-liquidazioni di chi magari ha messo in forse l’esistenza di qualche grande impresa”.
La Sereni con questa constatazione ha messo forse il dito sulla piaga. L’opinione pubblica di fronte a continui rimpalli di responsabilità non crede più a nessuno. E non crede neppure quando si parla di altre cose; il sospetto che ognuno difenda, in primo luogo, i propri interessi personali si radica sempre di più.
Per cercare di invertire la tendenza la deputata folignate si concentra proprio sulla categoria di cui fa parte ed avanza qualche proposta concreta. “Sono convinta che ci siano delle misure, limitate ma significative, che, senza attendere riforme legislative, potrebbero essere prese presto per ridurre drasticamente i privilegi dei parlamentari. Penso, ad esempio, alla cancellazione dei “viaggi di studio” all’estero, a più rigorose modalità di rendicontazione dei soldi che riceviamo per mantenere i rapporti con il territorio (cosa che consentirebbe anche di eliminare il fenomeno dei “portaborse” senza contratto), alla riduzione dei rimborsi forfettari per le spese telefoniche o le spese di viaggio.
Non mi addentro nei dettagli perché, come forse qualcuno sa, i questori della Camera (i tre deputati responsabili nell’Ufficio di Presidenza del funzionamento e del bilancio interno della Camera) stanno mettendo a punto un piano serio su questi argomenti che sarà discusso entro luglio….Se però davvero vogliamo ridurre i costi del Parlamento la via maestra è quella della riduzione del numero dei parlamentari. Meno deputati e senatori, due Camere con ruoli e funzioni diverse: sarebbe una riforma della politica seria e indispensabile. Richiede una modifica della Costituzione. E’ difficile ma non credo che ci si debba rinunciare. Personalmente mi impegnerò in questa direzione”.
- Redazione
- 5 Luglio 2007
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