L’elezione del compagno Floriano Pizzichini alla presidenza del Consiglio Comunale di Todi nei termini e nelle modalità che tutti conosciamo è sicuramente un altro momento di particolare sofferenza per tutta la colazione di centrosinistra, ma analizzando attentamente la vicenda è facilmente comprensibile come essa sia frutto del disorientamento politico nel quale è caduta tutta la coalizione a Todi, anche a causa dell’errata e sconsiderata politica imposta dai DS durante tutta questa tornata elettorale, che sta assumendo i contorni patetici di un gossip politico.
Purtroppo dobbiamo evidenziare che i compagni DS e di Sinistra Giovanile non avendo ancora recepito il messaggio dei cittadini uscito dalle urne continuano ad assumere atteggiamenti imperiali su una coalizione, come quella tuderte, che necessità di maggiore condivisione e democrazia. Imporre il proprio candidato alla presidenza del Consiglio, dopo averlo fatto con il sindaco, era il metodo più semplice per far nascere una nuova polemica mirata soprattutto a scaricare le proprie responsabilità su altri e minando i progetti politici diversi dal proprio (vedi attacchi DS e sinistra massimalista alla costituente socialista).
Dopo lo schiaffo elettorale era necessario dare nel centrosinistra tuderte un messaggio chiaro alla città di discontinuità e rinnovamento. La candidatura del compagno Pizzichini nasce anche dal rifiuto dell’Ulivo di aprirsi ad un confronto, rifiutando quella del consigliere Alvi, persona di esperienza e moderata, avanzando quella di Cappelletti prima e di Romina Perni dopo, figlie del continuismo e del vincolo diessino sotto le mentite spoglie del rinnovamento politico. Nel contempo, andata a vuoto la prima votazione per il mancato accordo nel centrosinistra, avanzava il rischio che centrodestra potesse appropriarsi in seconda votazione anche della presidenza del Consiglio, occupando così tutte le istituzioni cittadine a discapito della democrazia della polis tuderte.
Sulla base di queste considerazioni con la candidatura del compagno Pizzichini si è cercato di coniugare tutte le esigenze di rinnovamento e di apertura raccolte nella coalizione e nel Consiglio (Rifondazione Comunista voleva appoggiare un giovane, la Margherita non aveva candidati da proporre, per un buon governo della città si cercava un candidato giovane e moderato che potesse raccogliere il consenso di tutta l’assemblea cittadina). Tutte qualità riconoscibili nel compagno Pizzichini.
Proprio perchè teniamo più alle vicende della coalizione che a quelle personali a differenza dei DS che hanno insistito a sostenere una candidata che non raccoglieva il consenso di tutta la coalizione, il compagno Floriano Pizzichini ha più volte ribadito in queste ore di polemiche sterili ed infuocate, la sua disponibilità ad una soluzione condivisa ed unitaria purchè rispettosa del volere di tutti. Nè esiste un problema di linea politica e di collocazione, come dimostrano le votazioni della seduta consiliare immediatamente successiva all’elezione, nella quale il centrosinistra ha votato compatto.
Non accettiamo, quindi, il messaggio intimidatorio insito in questa vicenda per il quale chi non è d’accordo con le scelte imposte dall’Ulivo telecomandato dai DS è contro il centrosinistra: in democrazia esiste il dialogo, il confronto e le scelte condivise!
Floriano Pizzichini rappresenta un segnale forte nei confronti di una città che con queste elezioni ha chiesto un gesto di discontinuità e di cambiamento rispetto al passato, un segnale che dobbiamo ascoltare e capire: si tratta di un giovane socialista ( … è forse questa la vera discriminante?), moderato rispetto ad una candidatura della sinistra estrema, che raccoglie il consenso di tutto il Consiglio, rappresentando così al meglio la città di Todi. Altresì non intendiamo accettare lezioni di moralismo da chi sta facendo del trasformismo la propria politica!
Rimaniamo sinceramente esterrefatti dall’accusa di scarsa affidabilità dei Giovani Socialisti lanciata da Sinistra Giovanile: ben conoscendo la poca capacità dei DS di analizzare obiettivamente le vicende politiche e la loro idiosincrasia al concetto di condivisione, vogliamo sottolineare che se parliamo di affidabilità e coerenza, l’esempio negativo viene proprio da loro, da chi nascendo comunista, ha cercato di trasformarsi in socialista appropriandosi indebitamente di una storia che non gli apparteneva ed ora, per convenienza più che per vocazione, tenta ambiguamente di cambiare nuovamente attraverso il PD, nel quale riecheggiano intenti catto-comunisti.
Rispediamo al mittente l’invito di Sinistra Giovanile a partecipare alla costruzione del PD…, un progetto che non ci interessa perché non appartiene alla cultura socialista; un progetto a cui neanche Sinistra Giovanile crede, costretti ad ubbidire, rispettosi e timorosi del volere della loro oligarchia gerontocratica.
Il Pd è un soggetto formato per esaudire la necessità di una ristretta parte politica di assicurare il proprio potere attraverso il mantenimento degli attuali equilibri (altro che riformismo!), in cui il concetto della convenienza politica ha sostituito o per meglio dire scalzato la volontà democratica.
Dunque, il PD è un passo indietro per il riformismo ma la discriminante per noi è l’appartenenza alla famiglia del Socialismo europeo, a cui il Pd non intende iscriversi. Non condividiamo, dunque, la strada scelta da Sinistra Giovanile e dai DS ma i giovani socialisti, democratici e liberali dell’FGS intendono lasciare aperta la porta del dialogo e del confronto, sottolineando che il nascente PD rimane nostro interlocutore principale nella coalizione di centrosinistra.
Per i Giovani Socialisti l’unica risposta a questa incessante sete di riformismo in Italia è la nascita di una forza Socialista, riformista, democratica e liberale. Una forza che affondi le sue radici nel Socialismo italiano e che sia indissolubilmente ancorata la PSE. I Giovani socialisti e lo SDI lavorano per questo progetto con tutte le loro energie ed è per questo, forse, che sono oggetto di attacchi politici all’interno della nostra coalizione: l’obiettivo è unire i Socialisti a sinistra e sicuramente questo suscita molti malumori nel nascente PD e nell’estrema sinistra. A Todi forse sta accadendo questo.
Nella città tuderte non esiste un problema di collocazione o di linea politica: i socialisti sono nel centro sinistra e quindi all’opposizione. Esiste però la necessità di aprire immediatamente un dialogo costruttivo all’interno della coalizione con l’impegno da parte di tutti di mettere da parte dietrologie e personalismi, sete di vendetta politica e regolamenti di vecchi conti, per concentrarsi sull’obiettivo di un programma e di un’azione politica coesa e condivisa.
La democrazia non si fa con le parole ma si esegue nei fatti e nelle scelte: la sinistra non ha bisogno di un padrone ma di scelte condivise, di democrazia!
Sicuramente come FGS non nascondiamo la nostre sofferenza per come si svolte le vicende politiche attorno al nostro giovane esponente, il quale, oggetto in questi ultimi mesi di attacchi anche da parte degli alleati durante le elezioni, non ha nulla da dimostrare in merito a coerenza ed affidabilità, riconoscendo però, in merito alla questione, la necessità di un chiarimento immediato fra lo stesso e l’intera coalizione di centro sinistra al fine di riaprire un dialogo ed un confronto, anche mettendo a disposizione il mandato come sottolineato dello stesso compagno e dallo SDI, a condizione di una reale volontà dell’Ulivo a confrontarsi.
A dimostrazione ancora una volta della nostra sincera volontà a trovare una soluzione unitaria per ricomporre le fratture all’interno del centrosinistra tuderte, confermando la nostra disponibilità al confronto ed alla definizione di un progetto comune, i Giovani Socialisti di concerto con lo SDI auspicano che il centrosinistra unanime definisca una propria candidatura che raccolga il consenso di tutta l’assemblea consiliare, come avviene in una normale democrazia.
Luca Antonelli
Segretario Regionale Federazione dei Giovani Socialisti dell’Umbria
- Redazione
- 4 Luglio 2007
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