Pubblico delle grandi occasioni, ieri sera, per il primo Consiglio comunale dell’era Ruggiano. Ad assistere alla seduta inaugurale, nella sala del Capitano dei palazzi municipali, c’erano infatti ieri sera tra le 100 e le 150 persone. Fra la folla, oltre a fotografi e giornalisti, anche diversi consiglieri comunali e amministratori della precedente e delle passate legislature (Marta Cardoni, Sabrina Austeri, Giancarlo Castrini, ma anche Paolo Parasecolo, Gaetano Simoni, Fabrizio Baffoni, Emilio Gonnellini ed altri). C’ erano inoltre diversi familiari, soprattutto dei consiglieri esordienti, ed anche diversi dipendenti comunali.
Alle 18.15, con appena un quarto d’ora di ritardo sull’orario di convocazione, la segreteria comunale Francesca Vichi ha iniziato l’appello. Tutti presenti. A presiedere il consesso, alla spalle del Sindaco e della Giunta schierata al gran completo, è salito in qualità di consigliere anziano Stefano Cappelletti. Appena il tempo di verificare l’insussistenza di motivi di ineleggibilità (con il subentro di Franco Ranieri e di Michele Martorelli al posto di Moreno Primieri e Antonio Serafini, divenuti assessori) e di nominare tre scrutatori (Contessa, Caprini e lo stesso Martorelli), e la riunione è entrata subito nel vivo con l’elezione a maggioranza assoluta ed a scrutinio segreto del presidente del Consiglio comunale, vero “piatto” forte della serata.
Mauro Giorgi si affretta a proporre subito per conto dell’Ulivo il nome della giovane Romina Perni, proposta che trova il sostegno di Andrea Caprini di Rifondazione comunista, il quale coglie l’occasione per salutare colleghi e platea auspicando (giustamente) analoga partecipazione pure in futuro. Floriano Pizzichini (Sdi) parla della necessità di un confronto, di correttezza e lealtà ma anche di autonomia, in virtù della quale annuncia l’astensione sua e di Alvi. Breve saluto di Alessandro Servoli e poi la parola passa a Mario Epifani, commosso per il suo ritorno in Consiglio dopo 15 anni e salutato dall’applauso del pubblico: “sono stato qui dentro sempre all’opposizione – ha detto – ed ora vi torna da vincitore, ma non cambierà il motivo del mio agire che sarà sempre quello del bene superiore della città”. Dopo aver invitato a rifuggire accordi sottobanco, ha annunciato l’astensione della Fiamma Tricolore. Stefano Marchetti (An), pur apprezzando lo sforzo in direzione del rinnovamento, ha lamentato la mancata condivisione di un percorso per arrivare ad una candidatura unitaria con il centrosinitra ed anticipato l’astensione, così come ha fatto Renzo Boschi a nome di Forza Italia, parlando di “speranze disattese”, ed anche Claudio Serafini (Udc). Uno per uno si va all’urna. Ventuno i votanti: come previsto, 9 preferenze per Romina Perni e 12 bianche. Giorgi e Boschi chiedono la sospensione “per un minuto”. L’interruzione durerà invece quasi un’ora, con il confronto che si sposta negli uffici soprastanti.
Alle 19.45 si torna a fare l’appello in vista del secondo turno di votazioni. Il sindaco Ruggiano interviene per invitare gli schieramenti alla moderazione, invitandoli a raggiungere una sintesi “per il bene di tutti”. Lungo applauso della platea. Si alza Fabrizio Alvi e, come Sdi-Repubblicani, propone il collega di partito Floriano Pizzichini. Stefano Marchetti, per Alleanza nazionale, dice di prendere atto dell’apertura e annuncia il voto favorevole. Giorgi (Ulivo) ribadisce la candidatura del suo gruppo a favore della Perni, rigettando “scambi e scelte personalistiche che nulla hanno a che fare con la politica”. Servoli conferma il sostegno alla Perni e “lascia ai cittadini la valutazione politica di quanto sta accadendo”. Gli risponde Boschi: “le valutazioni i tuderti le hanno già fatte l’11 giugno”: anche Forza Italia è disposta a votare Pizzichini. Interviene Caprini, il quale con la consueta dialettica invita a non caricare l’elezione del presidente del Consiglio (che, dice, non deve avere necessariamente l’unamità dell’assemblea) di significati più grandi del reale: lui comunque voterà di nuovo Romina Perni. Nel centrodestra, fuori dal coro, Mario Epifani: “le aspettative – esordisce – erano diverse, ma i nostri tentativi di contatto non hanno sortito effetti”; chiede una dichiarazione di Pizzichini, altrimenti si asterrà di nuovo. Pizzichini, però, non si alza dal suo posto e rimaste in silenzio. Si torna a votare. Il risultato è: 10 Pizzichini, 9 Perni, 1 nulla e 1 bianca. Cappelletti proclama presidente eletto Floriano Pizzichini. Per qualche minuto tra i banchi del centrosinistra serpeggia incredulità e smarrimento: quasi tutti credevano che servisse ancora la maggioranza assoluta del Consiglio e che quindi si andasse al ballottaggio, mentre invece al secondo turno è sufficiente la maggioranza dei voti espressi (19). Cappelletti è costretto a dare lettura della norma ed a ribadire il risultato. Brusio in sala e visi tirati nel centrosinistra (da Servoli ad Isacco, particolarmente contrariato con Giorgi, a Caprini); pure Epifani non sembra fare salti di gioia, anche se più tardi comunicherà di aver votato anche lui Pizzichini, dopo aver constatato “che l’intenzione dello stesso era di andare al ballottaggio (aveva posto nell’urna, platealmente, la sua scheda in bianco) e di ricevere la nomina da entrambi gli schieramenti; un cambiamento in corsa “per far saltare tale disegno, così da poter vincolare eticamente il futuro comportamento del presidente del Consiglio, che sa bene di essere stato eletto soltanto con i voti del centrodestra”.
Cappelletti chiama allo scranno più alto Pizzichini, il quale si intrattiene però a lungo al telefonino, così come altri del centrosinistra che riferiscono altrove quanto sta succedendo. Dopo un quarto d’ora, il giovane consigliere dello Sdi si alza e si dice onorato di accettare l’incarico. Prende la guida dell’assemblea e si procede subito all’elezione dei due vicepresidenti: vengono eletti Claudio Serafini (10 voti) e Pierluigi Contessa (9); 2 le schede con il nome di Romina Perni.
Alle 20.35 il sindaco Antonino Ruggiano presta giuramento e, subito dopo, presenta alla città la sua Giunta e l’attribuzione delle deleghe, chiudendo il uso intervento intorno alle 21, dopo un discorso tutto improntato alla moderazione e alla riconciliazione, che strappa l’applauso del pubblico ancora presente quando parla della “bella faccia della gente di Todi”.
- Redazione
- 3 Luglio 2007
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