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Gli scarti del processo di produzione dell'etanolo dal mais vengono trasformati dallo "Escherichia coli"

Quando si parla di biocarburante si pensa immediatamente ad un procedimento di produzione del tutto pulito. In verità gli scarti di produzione sono notevoli nell’ordine del 10%. In effetti ogni 10 chilogrammi di biodiesel viene prodotto 1 chilogrammo di glicerina. Tale sostanza, pur avendo un mercato suo proprio, non consente finora di avere margini di guadagno.
Ora un gruppo di ricercatori della Rice University negli USA ha trovato un metodo conveniente per smaltire la principale sostanza di scarto, la glicerina.
Mentre molti hanno cercato di percorrere la via chimica tradizionale – cercando reazioni di catalisi in grado di spezzare la molecola in altri composti – i ricercatori della Rice, si sono concentrati sulla conversione biologica. In tale processo si utilizzano organismi ingegnerizzati che sono in grado di nutrirsi di uno specifico composto chimico e di produrre qualche altra sostanza utile. Un numero molto ristretto di microrganismi è in grado di digerire la glicerina in condizioni anaerobiche. Tra essi vi è però un ceppo batterico molto comune come Escherichia coli, che nel processo produce etanolo, in modo molto efficiente. Si stima che i costi operativi siano inferiori del 40% rispetto alla produzione di etanolo direttamente dal mais.

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