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Respinte al mittente le richieste dei "perugini" per maggiori permessi di "mobilità"

I cinghiali (la caccia a questa specie ormai presente in maniera notevole in tutte le regioni dell’Italia centrale) costituiscono il motivo di insoddisfazione della Provincia di Terni, sulla proposta del calendario venatorio 2007-2008 presentata dalla Giunta Regionale dell’Umbria.
“Il calendario venatorio 2007/2008 rappresenta un passo in avanti rispetto alle precedenti stagioni, soprattutto sul versante della uniformità con le regioni confinanti e dell’apertura della caccia alla selvaggina stanziale dal 16 settembre”. Questo il commento a caldo dell’assessore provinciale alla “C
caccia” della Provincia di Terni, Gianni Pelini. Ma a questo apprezzamento lo stesso assessore fa seguito manifestando una punta di insoddisfazione in merito alla mancata coincidenza del periodo di caccia alla specie cinghiale. Mentre in Toscana e nel Lazio, infatti, questo tipo di caccia si effettua dal 1 novembre al 31 gennaio, in Umbria si continua a cacciare dal 1° ottobre al 31 dicembre.
“Non si riesce a comprendere perché nella nostra regione ci si ostini a mantenere questa incongruità. E pensare che tutti i cinghialisti umbri continuano a chiederci una uniformità di date. Tutto ciò crea forti tensioni, soprattutto nel nostro territorio, perché le squadre toscane e laziali vengono a cacciare da noi un mese prima. E’ evidente che non potremmo vietare tali ingressi anticipati, in quanto questo significherebbe non sottoscrivere più accordi soddisfacenti per la mobilità venatoria”. L’occasione del nuovo calendario consente all’Assessore di Palazzo Bazzani di replicare ad alcune richieste avanzate da associazioni venatorie perugine per la concessione di un numero più congruo di permessi per la mobilità. “E’, questa, una richiesta incredibile – commenta Pelini – visto che la maggiore pressione venatoria interessa soprattutto la nostra provincia. Mentre con un calendario venatorio omogeneo si potrebbero evitare concentrazioni eccessive di cacciatori su singole specie e su un determinato territorio. Comunque rimane sempre la speranza che nei prossimi mesi si possa cambiare idea”.

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