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Il primo rapporto sul cambiamento climatico e salute in Italia, coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
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Il caldo non è solo un fastidio in più né un problema solo dell’agricoltura. Per ogni grado in più della temperatura aumenta del 3% il rischio di morte. Il dato emerge dallo studio Apat e Oms sugli effetti del cambiamento climatico e degli eventi estremi sulla salute
L’inquinamento da ozono, causa di patologie respiratorie, cresce con il caldo, si rafforza la possibilità di espansione di malattie come febbre del Nilo occidelnate e la leishmaniosi, aumentano anche le malattie legate all’acqua, oltre che all’esposizione a inondazioni e frane. Per quello che riguarda le patologie trasmesse dagli alimenti, è stato dimostrato che in Europa, negli ambienti con una temperatura al di sopra dei 5º C, all’aumentare di un solo grado di temperatura media in una settimana, i casi di infezioni di salmonella, crescono del 5-10%.
«Non c’è più spazio per il dibattito – dice Roberto Bertolini, direttore del programma speciale salute e ambiente dell’Oms Europa. Il cambiamento climatico non è solo una possibilità, sta già accadendo in Italia. Non solo siamo preoccupati dalla previsione di morti e malattie che ne derivano, ma ne stiamo già verificando gli effetti. Oggi sperimentiamo in scala minore ciò che accadrà in futuro. Dopo anni di ricerca – continua Bertolini – abbiamo un maggiore e più affidabile insieme di conoscenze. Questi dati devono essere utilizzati il più possibile per implemetare misure di mitigazione e adattamento. Identificare in anticipo i potenziali rischi e fornire risposte tempestive aiuta a prevenire morti e malattie. Per far fronte ad un ambiente che cambia, l’approccio deve essere propositivo, non reattivo – conclude Bertolini – e deve essere adesso».

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