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Indiscrezioni parlano di una Giunta composta da sei assessori (4+2): Moreno Primieri (vice-sindaco, Forza Italia), Antonio Serafini (An), Bruno Bertini (Fiamma), Nazzareno Menghini (Udc), Margherita Bergamini ed Elena Baglioni ("tecnici")
sindacoruggiano

La nuova Giunta comunale di Todi è fatta. L’ultima “quadratura” ci sarà nel tardo pomeriggio di oggi, al termine di una riunione (con inizio alle ore 17.30) che rappresenterà la naturale conclusione di quella svoltasi ieri sera a casa del sindaco con presenti tutti gli eletti del centrodestra in Consiglio comunale. Antonino Ruggiano ha innanzitutto presentato il suo modulo di gioco – un “4+2” – ovvero quattro assessori di espressione politica (uno per ogni partito della coalizione) e due tecnici.
Veniamo subito ai nomi: Moreno Primieri (Forza Italia), che ricoprirà anche la carica di vicesindaco, Antonio Serafini (Alleanza Nazionale), Bruno Bertini (Fiamma Tricolore), Nazzareno Menghini (Udc), la docente universitaria Margherita Bergamini in Simoni e la giovane Elena Baglioni. Un “4+2” che può essere quindi interpretato anche in termini di rapporto uomini-donne.
I componenti dell’esecutivo restano dunque sei, nonostante l’espressa volontà di qualcuno di innalzare il numero a sette, ipotesi contrastata dallo stesso sindaco per evitare di prestare subito il fianco a possibili polemiche su partitocrazia e costo della politica. Pressioni in tal senso permangono, ma pare improbabile che i fautori di tale soluzione riescano a spuntarla, visto che l’allargamento andrebbe ad incrinare pure gli equilibri tattici interni.
La riunione di stasera, oltre a ricondurre a ragione qualche impuntatura interna a Forza Italia (leggasi Luisa Gabusi), è finalizzata anche a definire l’assegnazione delle deleghe. Alcune, comunque, sembrano già definite. Alla Bergamini andrà sicuramente la cultura; l’assessorato alle frazioni sarà appannaggio di Bertini; Menghini avrà lo sport e la scuola; la Baglioni, probabilmente, le politiche sociali; a Serafini potrebbero essere affidati i lavori pubblici e a Primieri lo sviluppo economico o molto più probabilmente l’urbanistica (che inizialmente sembrava dovesse rientrare fra le competenze del sindaco). Si tratta, ribadiamo, di deduzioni, che troveranno conferma o meno anche in base alla delega di alcune materie minori in capo direttamente ai consiglieri comunali.
L’assetto della Giunta cambia anche la fisionomia del Consiglio comunale, dato che Primieri e Serafini dovranno lasciare il posto il primo a Franco Ranieri e il secondo a Michele Martorelli, che subentranno salvo sorprese come primi dei non eletti. Per Stefano Marchetti si profila il ruolo di capogruppo di An in Consiglio, così come per Renzo Boschi (Forza Italia), avvantaggiato dalla maggiore età rispetto a Simone Martorelli. Quello della Fiamma Tricolore sarà invece indiscusso appannaggio di Mario Epifani, almeno finchè non approderà ad altri incarichi: si parla della sua nomina nel consiglio dell’Etab-ex Irb, da sempre uno dei suoi “cavalli di battaglia” (per la cui presidenza gira però pure il nome di Pino Oddi). Anche Claudio Serafini, primo degli eletti dell’Udc ed altro escluso eccellente, si profila una ricompensa adeguata, magari presso la Comunità montana. Quel che è certo è che, nonostante le frizioni che queste prime scelte hanno per forza di cosa provocato, a Ruggiano non mancherà modo di limare ed aggiustare i “pesi”, visto l’ampio ricambio che si annuncia anche negli enti di secondo grado e in altre istituzioni collegate.
Resta il grosso punto interrogativo legato all’elezione del presidente del Consiglio comunale, posto per il quale sembrerebbe al momento favorito Mauro Isacco (Ulivo-Margherita) rispetto all’uscente Fabrizio Alvi (Sdi-Repubblicani). Dopo la riunione di stasera molte altre cose saranno chiare e il sindaco potrà presentare definitivamente la sua squadra e il suo programma di governo.
Parafrasando la famosa frase di Massimo D’Azeglio, potremmo dire che “l’Amministrazione è fatta, ora c’è da amministrare la città”, sfida tutt’altro che agevole visto il rapporto di 11 contro 10 consiglieri uscito dalle urne del primo turno a favore del centrosinistra.

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