“L’Italia è maglia nera in Europa per la protezione dei minori da visioni inadatte. I nostri bimbi sono i meno tutelati”. Lo sostiene il MOIGE (Movimento italiano genitori).
“C’è qualche cosa che non va nei meccanismi che regolano il funzionamento della Commissione di Censura Cinematografica Italiana. Lo dicono i fatti; gli stessi film che in Germania o in Inghilterra sono vietati ai minori di 18 anni da noi sono permessi ai 14enni, come nel caso di Turistas. Per non dire del film ‘The number 23 che in Italia è uscito nelle sale senza limitazioni d’età mentre, per entrare in sala, in Inghilterra bisognava avere almeno 15 anni, in Germania 16 e negli Usa 17”.
A dirlo è Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio Media del Moige che ha svolto un’indagine comparativa, di livello europeo e statunitense, sui meccanismi di funzionamento del sistema di ‘Censura cinematografica’.
Si è scoperto così che il nostro sistema lascia tranquillamente ‘passare’ verso i bambini film che altrove sono loro vietati.
“Che i criteri adottati dalla Commissione di Censura Cinematografica fossero più permissivi di quelli degli altri paesi europei lo sospettavamo da tempo – dice Elisabetta Scala – esattamente da quando il film di Mel Gibson, ‘Apocalypto’, era stato mandato nelle sale italiane senza alcuna limitazione per i minori. Germania e Inghilterra avevano deciso di vietarlo ai minori di 18 anni, e gli Usa fino ai 17; le scene violente erano numerose eppure in Italia anche un bimbo di 8 anni poteva vederlo”.
Nella relazione in allegato i risultati completi dello studio compiuto dal team giuridico del Moige.