Che qualcosa non andasse per il verso giusto nella raccolta dei rifiuti, anche in Umbria, è fatto ormai noto. Ma non è solo il basso livello della raccolta “differenziata” a dover spingere per migliorare la situazione. Un mese fa, la Corte europea di giustizia del Lussemburgo ha condannato l’Italia contestandole la violazione delle norme europee sullo smaltimento dei rifiuti e l’esistenza di 4.866 discariche abusive o non controllate, presenti in 15 regioni.
Tra queste l’Umbria, con 157 discariche. La posizione nella graduatoria potrebbe essere fuorviante: siamo infatti terzultimi, precedendo il Molise con 84 discariche abusive e Basilicata con 152. Ma, se si tiene conto della superficie del territorio e la quantità degli abitanti, la musica cambia. Ed a non renderci orgogliosi è proprio la situazione della Campania, la regione nell’occhio del ciclone in questi giorni. In questa regione meridionale, tanto più grande e popolosa dell’Umbria, le discariche sono 225. In proporzione sono meno che da noi. Ancor più impietoso il confronto col Nord: Veneto 174 discariche abusive.
Ed allora anche sulla raccolta differenziata non possiamo consolarci troppo ritenendo che noi poveri “centrali” non abbiamo i mezzi del Nord. Il presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta sulla situazione ha scritto «Basta guardare all’esempio di chi ha risolto il problema con la raccolta differenziata – continua – e non serve andare nel virtuoso nord: Bellizzi, in provincia di Salerno, raccoglie separando il 73% dell’immondizia. Come? Con un collaudato servizio di raccolta porta a porta che si va raffinando con l’esperienza e con la collaborazione dei cittadini. Così come avviene ormai da molti anni nei comuni di Veneto, Lombardia e Piemonte». Ci sono peraltro anche comuni piccoli come Atena Lucana, 2.287 abitanti, con il 96,1 % e medi come Montecorvino Rovella, 11.646 abitanti, che arriva al 72,2%.
