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Le morti e gli infortuni sul lavoro si combattono con più ispezioni, per le quali attualmente mancano i mezzi

“In questi giorni abbiamo letto, soprattutto a seguito dell’ennesimo e drammatico incidente mortale, tante parole, tante prese di posizione. Richiami a maggiori controlli, a giri di vite, ad un’azione più stringente degli organi di controllo e di repressione dell’illegalità. Tutte cose sacrosante. Peccato però che chi conosce la materia sa bene che con gli attuali organici e le risorse a disposizione (spesso gli ispettori del lavoro non hanno nemmeno la benzina), è impossibile aumentare l’azione di controllo. Servono dotazioni di uomini e risorse di tutt’altro tipo.
Quindi, noi vogliamo concentrarci su quello che concretamente si può e si deve fare subito qui nella nostra regione”. Basta con le chiacchiere, dunque, per la CGIL dell’Umbria che lancia, con le parole sopra riporate l’ennesimo monito.
Le cifre sugli infortuni e sulla mortalità nel mondo del lavoro in Italia sono drammatiche e mettono in risalto l’inefficacia dei provvedimenti legislativi a tutela dei lavoratori. Per marcare la portata del fenomeno delle morti bianche basta esaminare i dati:
– dall’aprile del 2003 (anno di inizio della 2° Guerra del Golfo) all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le operazioni belliche sono stati 3.520. I morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati 5.252;
– dalla serie storica 2000-2006 risulta che ogni anno in Italia muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro. Poco meno del 70% dei lavoratori (circa 850) perdono la vita per cadute dall’alto di impalcature nell’edilizia; ribaltamento del trattore in agricoltura; in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore trascorse alla guida. L’età media degli infortuni mortali si aggira sui 37 anni.
In Umbria nell’industria la provincia di Perugia con 6,55 infortuni ogni 100 occupati è decima nella graduatoria fra province italiane. Per l’agricoltura Terni ha 9,12 infortuni (21ma). Per gli infortuni nella industria delle costruzioni Perugia è quinta con 9,26 infortuni ogni 100 occupati.
Rapportando il numero delle morti al totale degli addetti si ha l’indice di incidenza.
L’indice di incidenza delle morti x1.000 addetti negli anni 2003-2005 vede l’Umbria sempre ai primi posti. Nel 2005 era 5° peggio della Sicilia e della Campania ed in questo caso non si può accusare gli “stranieri” perché, come è possibile notare, dai dati sotto riportati, i tassi di incidenza tra i lavoratori è pressoché simile per cui si può concludere che al variare della nazionalità non muta la legge statistica che descrive questo tipo di evento.
Morti/infortuni x1.000 addetti
                           2003   2004   2005 Media
Italiani Agricoltura    1,807 2,527 1,916 2,083
Industria e servizi    1,486 1,308 1,261 1,351
Totale   italiani        1,510 1,398 1,308 1,405
Stranieri Agricoltura 1,784 3,330 1,538 2,217
Industria e servizi    1,498 1,412 1,233 1,381
Totale   stranieri     1,511 1,495 1,246 1,417
(Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Inail.)

Dall’inizio dell’anno 2007, sono 12 gli incidenti mortali sul lavoro denunciati in Umbria all’Inail. Nel 2006 i morti sul lavoro sono stati complessivamente 26. Dati ai quali vanno aggiunti gli incidenti mortali sul lavoro dei quali l’Inail non è stata chiamata a interessarsi, ad esempio per l’età avanzata della vittima. Si tratta di altre tre o quattro decessi avvenuti finora in tutta la regione. Per quanto riguarda i 12 incidenti mortali denunciati all’Inail nel 2007, nove sono avvenuti in provincia di Perugia e tre in quella di Terni. La maggior parte ha interessato il settore delle costruzioni, cinque morti. Quattro sono stati invece registrati su strada, uno ha riguardato l’operaio morto a Narni mentre cambiava una lampada di un lampione, un altro il manovratore delle Ferrovie travolto nella stazione di Terni e un operaio ucciso da un colpo di calore durante dei lavori stradali. Per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro nel loro complesso, cioè per i quali è stata registrata una prognosi superiore a quattro giorni, nel 2006 sono stati complessivamente segnalati all’Inail 18 mila 832 (15.428 in provincia di Perugia e 3.404 in quella di Terni) contro i 19 mila 532 dell’anno precedente.

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