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Quattro milioni di età ma ben conservate
balena

C’era una volta, oltre quattro milioni di anni fa, che le balene venivano a morire in Umbria. Un fenomeno di spiaggiamento di grossi cetacei, nel Pliocene inferiore è la suggestiva ipotesi dell’equipe di paleontologi che non vicino al mare, ma nel sud dell’Umbria, ha scoperto nuovi resti di quella che doveva essere una balena. Il ritrovamento (definito eccezionale da Simone Casati, Gianni Raffaelli e Marco Zanaga, del gruppo Avis mineralogia di Scandicci) è avvenuto in località Monte Moro di Allerona Scalo (Terni), in un’area dove gli stessi paleontologi, nel 2003, scoprirono lo scheletro di un altro cetaceo (il primo emerso in Umbria).Gli stessi ricercatori hanno ora individuato quella che, ai loro occhi, è apparsa subito come la base del cranio di un balenide di oltre quattro milioni di anni fa, quando la regione era sommersa dall’acqua del mare. Il cranio, intatto, emerge dal terreno soltanto nella parte posteriore, ma viene definito «in eccezionale stato di conservazione», e questo fa sperare i ricercatori che il resto della testa e del corpo del cetaceo si trovi sepolto sotto l’argilla. L’ipotesi è che la balena sia della stessa specie di quella rinvenuta quattro anni fa, e che quindi la zona, ricca di molti frammenti di ossa di cetacei, fosse il teatro del fenomeno dello spiaggiamento, una sorta di trappola naturale per i giganti del mare.

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