La Uil ha sommato il numero dei lavoratori, oggetto di alcune irregolarità da parte aziendale, con il numero dei lavoratori totalmente in nero. Su questo dato complessivo è stata poi verificata l’incidenza del solo lavoro nero. L’Umbria occupa il quinto posto nella classifica a stretto contatto con le regioni del Nord di cui è stata capace di acquisire le tendenze peggiori. Al primo posto, c’è l’ Abruzzo, regione in cui i lavoratori in nero sono risultati pari al 48,5% della platea dei lavoratori, di quella regione, rispetto ai quali le aziende sono risultate inadempienti. Seguono la Provincia autonoma di Trento con il 42,3%, Piemonte (38,8%), Lombardia (38,3%), Umbria (36,7%), Veneto (36%), Lazio (34,6%), Toscana (34,2%), Liguria (33,8%), Marche (31,1%), Molise (30,2%), Campania (30,1%), Friuli V.G (29,3%), Emilia R.(29,1%), Basilicata (28,3%), Calabria (27,2%), Sardegna (26,8%), Sicilia (23,7%), Puglia (18,9%), Provincia autonoma Bolzano (15,5%) ed, infine, Valle d’Aosta (15,1%).
- Redazione
- 17 Maggio 2007
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