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La crisi idrica inizia già ad essere affrontata
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Per fronteggiare la crisi idrica, la Regione ha dato le prime indicazioni. In particolare saranno introdotti divieti per i titolari di concessione per la derivazione d’acqua, sia superficiale che sotterranea, e per i titolari di licenze di attingimento d’acqua, di prelevare nelle ore più calde della giornata. Così come per l’uso domestico, da pozzo, di utilizzare l’acqua prelevata per irrigare giardini e/o orti nelle ore più calde.
Gli Ato per incentivare il risparmio idrico (ad esempio attraverso l’installazione di dispositivi per un consumo più controllato su impianti esistenti) e per predisporre campagne informative sull’utilizzo responsabile e razionale dell’acqua, avranno l’assegnazione di risorse (250 mila euro).
Proseguirà inoltre la ricerca delle perdite in rete, una attività ritenuta di prioritaria importanza, per la quale sono previsti investimenti per più di 2 milioni di euro. La ricerca delle perdite – ha ricordato Bottini -, partita alla fine degli anni ’90 con un investimento di 4milioni di euro, ha consentito un recupero di 247 litri/secondo, pari al 7,7% del volume medio addotto.
Se la situazione dovesse farsi critica si procederà alla messa in esercizio dei pozzi in riserva (già individuati nel Piano regionale risanamento delle acque), al razionamento dell’acqua, programmato e gestito dalle Ato, su un intero sistema acquedottistico e non su singole aree, alla diminuzione della pressione notturna e infine al rifornimento con autobotti.
Connesso all’emergenza idrica, è quello del riutilizzo delle acque reflue, per il quale sono in programma diversi interventi per un costo di oltre 44milioni di euro, finanziati attualmente per solo circa 29milioni di euro ma è stato assicurato impegno dell’amministrazione regionale per reperire le risorse necessarie al completamento degli interventi.

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