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A Marsciano prosegue il singolare dibattito toponomastico

Sulla figura di Bettino Craxi, e sull’opportunità di dedicargli una via o una piazza alla memoria, molto si dibatte sulle colonne dei più prestigiosi quotidiani nazionali. E anche a Marsciano c’è stato modo di discutere in proposito a seguito di una proposta avanzata di recente dallo Sdi. Ma l’ordine del giorno presentato dai socialisti non è passato in Consiglio comunale. Contrari alla proposta i Ds, la Margherita e Rifondazione Comunista, anche se non sono mancati marcati distinguo.
Il consigliere Faloia (Ds) si è dichiarato ad esempio favorevole, mentre il suo capogruppo Bazzanti ha affermato che sulla figura di Craxi ci sono luci ed ombre e che pesa come un macigno la scarsa cura dei conti pubblici e la vicenda delle tangenti. Anche Santi (Rifondazione) ha sottolineato come, nonostante il rispetto per la storia del Psi, non possa avvenire una riabilitazione di Craxi poichè si sottrasse al giudizio della magistratura. Analoga la posizione espressa da Savelli a nome della Margherita. L’opposizione (Fi e An) si è mostrata favorevole alla proposta di intitolare una via a Craxi, precisando di volerne riconoscere i meriti senza con ciò volersi appropriarsi della sua figura. Lipparoni, capogruppo dello Sdi, pur parlando degli errori commessi da Craxi, ha voluto rimarcare il ruolo di statista che ricoprì in politica estera e le intuizioni riformiste.
Alla fine del dibattito, dopo una sospensione finalizzata alla ricerca di un compromesso, è stata trovata una soluzione, ovvero l’organizzazione di una giornata di approfondimento promossa insieme al Centro Studi Storico-Filosofici sulla storia italiana dagli anni Ottanta a tangentopoli (l’incontro – dal titolo “Dalla Prima alla Seconda Repubblica. Partiti, magistrati e società civile” – si è svolto sabato scorso alla presenza di docenti universitari, storici e giornalisti).
A Marsciano, comunque, via Craxi per adesso non si farà ma viene il dubbio, prendendo spunto proprio dalle parole di Della Loggia sul “Corriere della Sera” (sull’inconveniente abitudine italiana di intitolazioni a Marx o a Lenin) se non sia il caso di superare questo tardo ideologismo provinciale che tende a rimuovere figure scomode con il metro della questione morale. Perché se di questo si tratta allora Marsciano dovrebbe rifletterci doppiamente sopra, dal momento che ha intitolato una piazza anche ad Arafat.

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