Condividi su facebook
Condividi su twitter
Ad un gruppo di cacciatori tuderti non è piaciuta la spartizione delle zone di battuta

L’entrata in vigore delle modifiche del regolamento regionale della caccia al cinghiale in battuta non è stata indolore. Anzi, ad una parte dei cinghialari tuderti non è propria piaciuta. E questo perché qualcuno – come è scritto in un documento – “non tira solo l’acqua al proprio mulino ma la nega agli altri”.
Il volantino ricostruisce le vicende passo passo. “C’era da istituire i vari distretti dell’ATC per cui si sono indette delle riunioni delle squadre gravanti nelle zone per potersi mettere d’accordo: questo è avvenuto in tutto il territorio dell’Ambito Territoriale di Caccia e così pure nella zona del tuderte. I dieci caposquadra, dopo una discussione pacata, hanno messo a votazione e tracciato una linea su una cartografia fornita dall’ATC, l’hanno sottoscritta e poi fornita a chi di dovere”.
All’apparenza quindi sembrava andato tutto bene. Invece “…con una sorprendente sollecitudine – continua la nota – le autorità (Provincia e ATC) hanno indetto un’ulteriore riunione a cui dovevano partecipare unicamente i capisquadra per ridiscutere il tutto”. In tale sede sarebbe emerso che “si erano alterati meccanismi ed equilibri, per cui si dimostrava che alcune squadre non avevano oltrepassato la E45 e che queste dovevano essere perciò ghettizzate in un determinato luogo, creando due comprensori e dividendo il territorio tuderte in due”.
Per chi non è appassionato alla materia la questione appare un po’ complessa, ma non priva di spunti e di letture politiche. “Le autorità – si legge infatti nella conclusione – avevano già dato delle indicazioni: se negli anni passati una squadra aveva occupato un certo territorio nessuno glielo poteva togliere; i nostri cari amministratori non ci hanno mai delucidato le finalità di questi distretti (…); perché si è solerti ad accontentare squadre più giovani a discapito di altre? Perché non si prende esempio da chi ha applicato in modo civile e tecnico questa disciplina? A noi poveri c….. che non abbiamo amicizie altolocate o influenti non resta che sbranarci e gridare… “quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”. L’oggetto dell’inventiva non viene mai nominato direttamente, quasi si trattasse appunto di una battuta di caccia, con i cani incaricati di stanare il cinghiale dalla boscaglia per poi poterlo impallinare in campo aperto. Politicamente parlano, ovviamente!

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter