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Per la Fiamma “Ce stanno a cojona'”; i Ds rispondono “Ve ce tufa…”
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Come sempre è stato nelle ultime tornate elettorali (e come era prevedibile che accadesse anche in questa), la politica sanitaria regionale, ed in particolare la riorganizzazione ospedaliera, è uno dei primi argomenti di confronto-scontro fra gli schieramenti in campo per il rinnovo dell’Amministrazione di Todi. Quando poi a “maneggiare” la cosa è Fiamma Tricolore, che della difesa ad oltranza del nosocomio cittadino ha sempre fatto un suo cavallo di battaglia, la questione diventa subito anche una delle più bollenti. Con uno dei suoi volantini il partito di Bertini ed Epifani accusa infatti senza mezzi termini il centrosinistra di prendere per i fondelli la città. “Se i tuderti non ne sono al corrente – vi si legge – vanno informati che la struttura dove è il nostro ospedale, è stata già venduta a privati. Il ricavato dovrebbe servire per la edificazione del nuovo ospedale Todi-Marsciano”. E poi a seguire: “Tra la sceneggiata ridicola della posa della prima pietra, con tanto di cazzuola ed elmetto protettivo, e la fruibilità del nosocomio a Pantalla, passeranno un paio di decenni; nel frattempo il nostro ospedale sarà chiuso per consegnare la struttura ai compratori”. Per Fiamma Tricolore la responsabilità di una simile prospettiva è della Zarina Katia che, “negli ultimi dieci anni di potere”, avrebbe “portato a termine l’opera di demolizione di tanti beni che appartenevano alla comunità”. Quale prova viene indicata “la nefandezza di aver ceduto alle pressioni politiche regionali, regalando la maternità all’ospedale di Marsciano”. Se per la destra tuderte “Ce stanno a cojona’” (così è intitolato il volantino), per il centrosinistra è ovviamente l’esatto contrario, come si evince dalla risposta immediata dei Democratici di sinistra che, accettando lo scontro sul terreno dialettale, si apre con un “Ma ve ce tufa”, riferendosi al fatto che “i lavori dell’ospedale comprensoriale procedono molto speditamente, forse anche troppo per le aspettative della Fiamma”. “A proposito dell’attuale sede ospedaliera – si legge inoltre – è falso che sia stata già venduta ai privati”, mentre per quanto riguarda il futuro “si pensa ad un uso pubblico per i servizi sanitari di base in accordo con la Regione e la Asl”. La replica si chiude con il rigetto dei riferimenti agli Zar, ricordando altresì le contiguità altrui con Duce e Podestà.Per iniziare a scaldare l’atmosfera non c’è male, ma è sicuramente ancora nulla rispetto a quello che ci sarà da vedere ed ascoltare nelle poco più di quattro settimane che ci separano ormai dal voto. E c’è da giurarci che l’argomento ospedale tornerà ad essere protagonista.

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