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Il terzo incomodo ha inviato una lettera aperta al sindaco uscente
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Dopo Servoli, la Marini. Giannini, come anticipato, ne ha anche per lei. E’ a questo punto evidente che il “terzo incomodo” non intende fare sconti a nessuno, smentendo chi riteneva che si potesse ricondurre la sua iniziativa comunque nell’alveo del centrosinistra. A leggere le premesse, così non è e probabilmente così non sarà. Il quadro insomma comincia a chiarirsi sia a livello di collocazioni che di tattiche più o meno guerrigliesche…
“Ero ad ascoltarla – esordisce Giannini – insieme ad altri della mia lista (contribuendo involontariamente ad aumentare il numero dei partecipanti…) perchè siamo abituati, prima di criticare o di proporre, a farci la nostra opinione da soli, senza ricevere ordini da Perugia o da Roma. Perché sappiamo che in tutti i partiti ci sono persone oneste, serie e corrette, che in questo momento soffrono di dover aderire ad ammucchiate volte solo a conservare il potere anche a scapito della dignità. E a queste persone oneste, serie, corrette vogliamo dare il segnale che qualcuno lotta anche per loro, perchè non siano messe in minoranza da chi fa della vittoria elettorale un fine e non un mezzo.
Davanti ad una platea di precettati (esponenti e funzionari di una coalizione da “chi più ne ha più ne metta”, parlamentari, giornalisti, dipendenti, fedeli miracolati o in attesa di Grazia). Lei dottoressa Marini ha dato lettura di una doverosa e puntigliosa difesa d’ufficio del suo percorso di sindaco (che i lettori possono trovare in allegato all’articolo “Le sventole della Marini”), ma ha anche detto tra le righe cose che lasciano inorridito chi, come me, ama la chiarezza del discorso diretto ed aborrisce le allusioni, specie se vagamente minacciose.
Che cosa vorrà mai dire “Todi non può rischiare di rimanere isolata dal contesto politico regionale”? Voleva solo paragonarsi, in un impeto di megalomania, a quel sovrano francese che disse “dopo di me il diluvio”? Alla gente, alle nostre latitudini dove si parla apertamente e non attraverso pizzini, vanno dette cose chiare e non demagogicamente allusive.
Non vorrà certo farci credere che dobbiamo avere paura di cambiare perchè altrimenti la Regione Umbria verrà meno ai suoi doveri di democratica rappresentanza di tutti i cittadini? Ci farà mancare ossigeno? Farà le barricate sulla E45 tra Pian di porto e Colvalenza? Interromperà l’erogazione di acqua e luce? Non assegnerà più appalti alle nostre imprese?
Chiedo scusa, dottoressa Marini, ma sono un dilettante e non capisco. E con me tanta gente. Dopo tanti anni di declamato “buon governo” l’unico argomento che proponete in Vostro favore è che la gente debba avere paura di cambiare?
Quanto poi ai “legami forti” che in questi anni, per sua dichiarazione, sono stati attivati con il mondo economico e con le associazioni, vorrei sottolineare che in un Paese civile e democratico i legami devono essere veri, sentiti, corretti, costruttivi. Ma mai “forti”. Un legame forte fa pensare a chissà cosa, ed in più non si può sciogliere, mentre la democrazia ha alla propria base la possibilità di cambiare.
Cara dottoressa Marini, che Lei abbia parlato come Sindaco o come esponente di un partito, sappia che Le si chiede di spiegarsi meglio, se può. Se non può, almeno abbia rispetto per chi ascolta”.

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