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L'accordo con il suo partito (Ds) sarebbe stato raggiunto, ma lui avrebbe dato un ultimatum
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Per sapere se le elezioni di Todi vedranno un quarto candidato a sindaco – il cui nome, ormai è noto, risponderà eventualmente a quello di Enzo Tomassini – bisognerà aspettare domani o, al massimo, mercoledì, data-ultimatum entro la quale il diessino dissidente si è riservato di decidere. In questi giorni stranamente irraggiungibile al telefono, il consigliere comunale e assessore alla Comunità montana sembra essersi chiuso in una sorta di “ritiro spirituale”.
La “crisi mistica”, secondo fonti ufficiose, sarebbe nata dopo un incontro con i vertici del partito (qualcuno dice che si sia scomodato addirittura un parlamentare) durante il quale gli sarebbero state date assicurazioni circa un suo ruolo di peso nella futura Amministrazione. L’ipotesi prevederebbe la non candidatura di Tomassini neppure come consigliere comunale, in rispetto dello statuto interno dei Ds che fissa a due, salvo deroghe, i mandati che si possono espletare. L’offerta pare abbia fatto tentennare l’istrionico politico di Pantalla-Ripaioli, il quale però avrebbe chiesto una sorta di atto notarile a garanzia della promessa o una dichiarazione pubblica a suo favore. Da qui l’ultimatum di cui sopra (che francamente pare avere le stesse probabilità di essere accettato di quello dell’interprete del giornalista di Repubblica in Afghanistan).
La diffidenza di Tomassini, sulla base delle dichiarazioni rilasciate fino a pochi giorni fa, prima appunto della sua conversione pasquale, sarebbe motivata da alcuni sgarbi che ritiene siano stati consumati in passato dal partito ai suoi danni, in particolare con un famoso santino double-face Marini-Buconi che, alle ultime elezioni europee e provinciali, lo avrebbe danneggiato. Quel che è certo che più passano i giorni e meno probabile diventa l’ipotesi che riesca a mettere in campo una sua lista. Da qui anche le voci, raccolte ieri, della presunta disponibilità di altri partiti ad accoglierlo con il suo seguito personale di preferenze. Secondo logica non dovrebbe trovare accoglienza certo nel centrodestra e neppure nella lista di Giannini e dell’Italia dei Valori. E allora chi altro? Forse Rifondazione? C’è solo da sperare che tutta questa storia, durata fin troppo a lungo, si concluda all’insegna della chiarezza. Di altre “anomalie” – così definì il caso Buconi un autorevole esponente dei Ds – Todi non ne ha proprio bisogno.

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