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Un lettore fa le "pulci" all'intervista del candidato del centrodestra Antonino Ruggiano

Chi ha detto che la politica non interessa? Interessa eccome, almeno a guardare le centinaia di contatti registrati anche in questi giorni di festa dal nostro portale e a leggere i commenti che continuano ad arrivare. Dopo quello rivolto a Maurizio Giannini, ora “sottotiro” è Antonino Ruggiano, alla cui intervista il signor Maurizio Pierdomenico di Todi ha fatto seguire le valutazioni che riportiamo di seguito. Per correttezza, informiamo che l’intervista al candidato del centrodestra risale alle settimane precedenti alla sua investitura, fatto che almeno in parte può giustificare la contestata genericità di alcune sue dichiarazioni. In ogni caso, abbiamo già chiesto a Ruggiano di inviarci l’estratto del programma reso noto il giorno della sua presentazione per procedere alla pubblicazione integrale.
In attesa del politichese del centrosinistra – scrive Pierdomenico – prendo atto di quanto espresso dal candidato Ruggiano del centrodestra nell’intervista a Tam Tam. E’ ora di finirla con dichiarazioni vuote e soprattutto non misurabili. Un progetto è la strada che porta ad un obiettivo che deve essere misurabile al fine di valutare se lo si è raggiunto, altrimenti è tutta aria fritta. Vorrei analizzare alcuni punti delle dichiarazioni di Ruggiano, riportando domande, risposte e commento…”

Quali sono le parole d’ordine della sfida del centrodestra? “E’ una sola: bisogna far ripartire la città trovando al suo interno le risorse economiche per risorgere. Non ci sono altre soluzioni. Todi non produce più niente di per sé, con gli investimenti degli ultimi cinque anni, circa 30 milioni di euro, legati tutti a trasferimenti da Regione, Provincia, Stato o Unione europea…”. Ripartire per dove? Quale sarà il parametro per valutare se c’è stata o meno questa ripartenza? Oppure, come molto più probabile, un domani si dirà che la ripartenza c’è stata e partirà la solita stucchevole guerra dei numeri.
Che modello proponete? “Quello di una crescita diffusa e radicata sul territorio, senza inseguire chimere ma badando al concreto: ai posti di lavoro, al benessere collettivo, all’innalzamento dei servizi”. Cosa significa crescita diffusa e radicata sul territorio? Obiettivo? Incremento posti lavoro del 5%, ad esempio? Innalzamento dei servizi, significa portarli ai piani alti come recita una pubblicità in auge oggi? Per affermare ciò si deve presentare uno stato dell’arte dei servizi oggi e dire dove e come si intende intervenire e con quale obiettivo (sempre misurabile).
Cosa salverebbe, invece? “Proprio a sforzarmi, mi verrebbe da dire l’ospedale unico, ma anche in questo caso intravedo degli enormi pericoli per l’ulteriore decadimento del centro cittadino”. Non capisco come la realizzazione dell’ospedale unico possa incidere sul decadimento del centro cittadino. Certo se tutti noi aspiriamo all’ospedale sotto casa potrei capire, ma dovremmo parlare di diversificazione dei servizi sanitari (ad esempio strutturando il vecchio ospedale verso la riabilitazione e servizi per anziani tanto citati ma altrettanto denigrati). Ci si batte per la mancanza di un centro nascite a Todi, come se partorire a Marsciano fosse la fine del mondo, ma non si presta la giusta attenzione al fatto che aumentano le non autosufficienze, ictus, prospettive di vita, eccetera.
Le posizioni del centrodestra sono compatte? “Sì, per due fattori: il primo è l’aver promosso un percorso condiviso senza prevaricazioni o preclusioni di sorta; il secondo è che tutti gli esponenti del nostro schieramento vivono di lavoro proprio e non di politica”. Uno dei problemi è proprio dato dalla confusione che si crea nel fare politica e vivere del proprio lavoro (inteso come professione).
A lei chi glielo fa fare di candidarsi? “Non certo le convenienze personali. Ho in mente un progetto per Todi nel quale si riconoscono tante persone che reclamano aria nuova e un cambiamento radicale. I prossimi dieci anni saranno decisivi per evitare che Todi finisca per essere declassata a città di serie C”. Inutile dire che le stesse parole possono leggersi in un progetto del centrosinistra, parole vuote promettere aria nuova non comporta nessun rischio domani sarà sempre possibile dire che l’aria nuova è stata portata ma è volata via…

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