In una mail giunta in redazione, e dalla stessa riportata in uno degli articoli dedicati alla politica tuderte, c’è stato chi ha espresso perplessità sulla capacità di richiamo del candidato a sindaco Maurizio Giannini, visto che l’Italia dei Valori raccoglie a Todi solo “una manciata di voti”, e che www.iltamtam.it avrebbe dovuto chiedergli con si schiererà all’eventuale ballottaggio. Giannini (che si sta rilevando un candidato che non trascura le potenzialità di Internet) ha letto e risposto…
“Forse non mi sono spiegato bene e me ne scuso”, esordisce. “La mia è una lista civica, la cui capacità di richiamo viene dalle idee, dalle proposte e dalla serietà delle persone che si impegnano. Se non si comprende questo, si rimane sempre in quello schema che io voglio combattere, e cioè che solo i partiti organizzati come macchina da guerra con un controllo capillare del territorio hanno il potere e soprattutto il diritto di rappresentare la gente. Io dico invece che dobbiamo provare a dimostrare che tanti cittadini vogliono recuperare un ruolo propositivo e decisivo, senza deleghe in bianco a partiti che da troppi anni ritengono dei avere il diritto divino di governare, mirando più al consenso elettorale che alla sostanza, alla cura del bene e degli interessi comuni. Il nostro obiettivo è scuotere le coscienze, ridare alla gente, ai giovani la voglia di coinvolgersi, restituire dignità alla politica (a giudicare dalla cronaca che tamtam.it fa delle trattative per le liste, non mi sembra uno scenario dignitoso: qualcuno rivendica posti, qualcun altro li promette in nome di non si sa quale consenso, dato che ancora i cittadini si devono esprimere. E’ tutto qui il punto!)”.
E riguardo allo scarso “peso” dell’IdV? “L’Italia dei Valori, che appoggia la mia lista, è uno dei miei più convinti e leali sostenitori, quello che subito ha apprezzato il programma proposto. Il fatto che abbia pochi numeri fa onore a questo partito, perchè avrebbe potuto trovare comodo asilo nelle accoglienti braccia tentacolari del consociativismo che, con promesse allettanti per tutti, ha prodotto un’alleanza di separati in casa, che ricorda più il noto musical “aggiungi un posto a tavola” che una coalizione creata per attuare un programma. Questa coalizione ha come solo legante l’obiettivo di vincere ad ogni costo, ma non è altro che un minestrone riscaldato che risulterà indigesto a molti”.
Non ha ancora risposto alla domanda sul ballottaggio? “Se è abbastanza chiaro e chiarito che l’impegno della mia lista non è arrivare a cambiare l’orchestra per suonare la stessa musica, ma provare a inserire elementi di novità sostanziale e non formale, dovrebbe essere altrettanto chiaro che la domanda sullo schieramento preventivo in caso di ballottaggio è da respingere, perchè presuppone che anche noi ragioniamo con logiche di schieramento. Sappiano, tutti i contendenti, che solo i programmi proposti e la correttezza con cui verrà condotta la campagna elettorale saranno determinanti, almeno per me che detesto i giudizi a priori. Un bello slogan potrebbe essere fare, non tifare”.
- Redazione
- 9 Aprile 2007
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