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Il fenomeno è più forte nei giovanissimi
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Eurispes e Telefono Azzurro, hanno analizzato, con gli strumenti della ricerca sociale, le principali aree tematiche e i più rilevanti punti di criticità relativi al mondo dei bambini e degli adolescenti.
Dalle indagini realizzate è emerso, in particolare, che il 43,2% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni subisce brutti scherzi da parte dei coetanei. Il 39,6% afferma di subire provocazioni e prese in giro reiterate nel tempo, mentre il 33,6% viene offeso ripetutamente e senza motivo. Esistono però anche casi più gravi: il 20,2% dei ragazzi dichiara di essere minacciato da coetanei o ragazzi più grandi, il 12,6% di subire furti di oggetti o cibo, mentre il 12,1% sostiene di essere stato vittima di maltrattamenti ripetuti da parte di coetanei. Il fenomeno sta prendendo piede anche nella media valle del Tevere, anche se ancora le segnalazioni non sono sfociate in clamorose denuncie.
Quando si parla di bullismo – per il Presidente di Telefono Azzurro –  si intendono quegli atteggiamenti prepotenti che portano ad azioni quali: picchiare, prendere a calci o a pugni, spingere, dare pizzicotti, graffiare, mordere, tirare i capelli, appropriarsi degli oggetti degli altri o rovinarli. C’è poi un bullismo “verbale”: minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro o beni materiali. Questi esempi portano a riflettere quindi sui “confini” dentro i quali si muove il fenomeno, oltre che su un altro aspetto proposto in maniera fuorviante dalla stampa: l’età dei bulli e delle loro vittime.
«Il bullismo – conclude il Prof. Caffo – è un fenomeno che interessa principalmente i bambini delle elementari. Con il passaggio alle scuole medie, sia la frequenza degli episodi, sia il numero di ragazzi implicati in atti di bullismo sembrano diminuire. Alle superiori assistiamo ad un fenomeno diverso, non classificabile come “atti di bullismo”, quanto come comportamenti precursori di condotte devianti, antisociali o illegali».

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