Il presidente della “Fimmg” provinciale di Perugia, Leandro Pesca è tra i promotori della indagine conoscitiva sul consumo di antibiotici nel trattamento domiciliare della broncopneumopatia cronica ostruttiva, realizzata dal Centro Ricerche sul Management Farmaceutico,
Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti anche: il professor Giovanni Casacci, specialista in malattie dell’apparato respiratorio, il presidente del Cermaf, Antonio Perelli, , il presidente dela “Fimmg Umbria”, Sabatino Orsini Federici, il presidente Federfarma Umbria, Augusto Luciani, presidente nazionale di Federfarma nazionale, Giorgio Siri, Stefano Inglese del Ministero della Salute, la presidente dell’Ordine dei farmacisti di Perugia, Emma Monconi, la presidente dell’Ordine dei farmacisti di Terni, Elisabetta Cascelli, Giovanni Melani della “Pfizer Italia”.
Il problema non è di poco conto, infatti, appartiene all’Umbria, fra le regioni italiane, il primato del maggior numero di malati affetti da Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), che interessa il 6,8% della popolazione (7,9% uomini e 5,7% donne). Una percentuale che sale al 22,8% nella classe di età superiore ai 75 anni. E’ stato di monitorato per nove mesi il consumo di farmaci antibiotici, broncodilatatori e di ossigenoterapia, in un campione di persone di età superiore ai 50 anni e residenti nella provincia di Perugia. «L’esperienza di studio che si è appena conclusa – ha spiegato Antonio Perelli, presidente del Cermaf – ha visto la collaborazione volontaria fra farmacisti e medici di famiglia. Si tratta di un’indagine che rappresenta un’esperienza unica». «Lo studio – ha aggiunto Perelli – ha registrato un numero di ricoveri ospedalieri relativamente basso (13%) ed il solo decesso di un uomo di 85 anni. Si è anche dimostrata l’aggiornata preparazione professionale dei medici di famiglia umbri». «La Bpco in Umbria – ha spiegato Giovanni Casucci, specialista in malattie dell’apparato respiratorio – rimane tuttavia una condizione morbosa largamente sottovalutata, in quanto assai spesso sottodiagnosticata. A causarla, generalmente, sono il fumo di sigaretta e l’inquinamento ambientale».
- Redazione
- 17 Marzo 2007
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