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Gli archivi di Luigi Santibacci

Avevo sei anni nel 1946 e aspettavo che mio padre mi passasse a prendere con il camioncino: avremmo raccolto un mucchio di gente per andare a veder passare il giro d’Italia e, soprattutto, Coppi e Bartali. Aspettai tanto, poi mio padre venne, ma a piedi. Avevamo una gomma a terra e non se ne fece nulla”. Così Luigi Santibacci racconta della sua passione per lo sport che lo ha preso sin da quella tenera delusione e lo ha animato fino ad oggi. Conserva ancora le riviste illustrate del calcio e del ciclismo, tutti i giornali, sin dagli anni ’50, e una filmografia fornitissima.
Gigi prova a riordinare i suoi ricordi e a ripercorrerli. E’ stato segretario della Nestor Calcio all’epoca di Grassi, dirigente della Nestor Basket, ha organizzato il cerimoniale d’apertura per i campionati mondiali di ciclismo della cronometro e quello del campionato europeo cadette basket. Collabora con “La Nazione”, ha fatto centinaia di servizi televisivi come corrispondente per Umbria Tv, Rte e Tef.
I ricordi più belli, però, sono quelli che lo legano al Premio Nestore. Santibacci è stato per tredici lunghi anni il presentatore della manifestazione ed ha contribuito, insieme a Remigio Rosati, alla realizzazione di filmati memorabili sulla storia degli sportivi premiati. Ha così potuto appagare la sua passione conoscendo e intervistando campioni come Giani, Carlton Myers, la Di Centa, il ciclista Martini e grandi giornalisti come Cannavò, Cucchi e altri ancora. In tal senso tra le gratificazioni più importanti ricorda quella tributatagli dal presidente della Federazione Italiana Tennis, il quale ha voluto riproporre un suo filmato sui momenti più esaltanti del tennis nazionale in occasione della presentazione degli Internazionali di tennis, alla presenza di Petrucci e Panata e di oltre duecento giornalisti accreditati.
I ricordi scorgano e riemergono altre piccole soddisfazioni. “Una volta – racconta – preparai un filmato di  sei minuti su Bartali e Coppi; alla fine della proiezione un signore anziano mi si avvicinò e mi disse di aver pianto per tutta la durata del cortometraggio, perché lui si rivedeva in quelle immagini, dato che a quei tempi seguiva il Giro come sponsor per le lamette da barba ‘Bartali’”. Ma di pagine di storia sportiva, locale e nazionale, Gigi ne potrebbe raccontare a non finire, con lo scrupolo del collezionista e con un archivio di notizie spesso sconosciute perfino ai diretti interessati.

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