Per il secondo anno consecutivo artifizi contabili degni del mago Silvan hanno consentito al Comune di Marsciano di rientrare negli obiettivi di finanza pubblica, con l’allegro spostamento di notevoli voci di bilancio per rispettare il patto di stabilità.
Il centrosinistra marscianese e la lista civica collegata che appoggiano l’Amministrazione tessono, solitari, le lodi della finanziaria Prodi, in barba al comune sentire della maggioranza degli italiani. Limitandoci solo agli argomenti di più facile comprensione, i vincoli posti dal Governo più odiato dagli italiani agli enti locali sono i seguenti: freno agli investimenti con mezzi propri, esclusione dei Comuni dai soggetti beneficiari del 5 per mille, possibilità di aumentare l’addizionale Irpef fino all’0,8 per mille e, nell’immediato futuro, a causa della rivalutazione del valore degli immobili, un quasi certo aumento dell’Ici del 30%. In questo contesto si è inserita la proposta di AN, bocciata dalla maggioranza, di ridurre dal 5,8 al 5,7 per mille l’Ici sulla prima casa, come primo passo verso una progressiva riduzione del balzello più ingiusto che grava non su una fonte di reddito bensì su un diritto, su un bene primario frutto di sacrifici.
La limitatissima possibilità di investimenti ha imposto all’Amministrazione marscianese un bagno di umiltà e di realismo. La coperta troppo corta dei finanziamenti che copre meno della metà delle opere previste nel triennio 2007-2009 non può che far riflettere, coinvolgendo la comunità tutta, riguardo alle scelte strategiche su dove sarà più importante investire e quali invece saranno eventuali “rami secchi” da tagliare. Un’ultima battuta poi sul fatto che, secondo la Giunta non sarebbero state aumentate tasse e tariffe. E’ vero, ci si è limitati ad un incremento del 2% per l’adeguamento al tasso di inflazione, ma da chi amministra il Comune con la più alta pressione fiscale dell’Umbria, vantarsi di non aver aumentato le tasse sa di presa in giro.
- David Liotti
- 9 Marzo 2007
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