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Un grande poeta del Duecento e la grande stagione dell’arte umbra del suo tempo. Una delle città medioevali più suggestive d’Italia, Todi, dedica una mostra al suo figlio più illustre, il poeta Iacopone da Todi (1230-1306).

Personalità tra le più affascinanti del Medioevo italiano, Iacopone condusse una vita romanzesca: convertitosi soltanto in età adulta, dopo aver vagato penitente per circa dieci anni, abbraccia il francescanesimo nella corrente più rigorosa degli Spirituali. In lotta contro Bonifacio VIII, si lega ai cardinali Colonna, che chiedevano la deposizione del papa, e con loro viene assediato a Palestrina; caduta la roccaforte dei dissidenti, viene catturato e rinchiuso in carcere da dove sarà liberato solo pochi anni prima della morte.
La mostra si articola in due sezioni: nella prima viene ripercorsa l’esperienza umana e spirituale di Iacopone, attraverso l’esposizione di rarissimi manoscritti contenenti i testi delle sue laudi, documenti e altre testimonianze dell’epoca, oltre che immagini del frate poeta, tra le quali un frammento di affresco attribuito a Paolo Uccello. Nella seconda sono invece presentate opere di pittura, scultura e oreficeria dei secoli XII e XIII, che permettono di ricostruire lo straordinario processo evolutivo delle tipologie e dei modelli artistici medievali. A opere legate alla colta ed estatica committenza benedettina, espressione di una cultura figurativa ancora ispirata al registro aulico dello stile romanico, si affiancano croci dipinte e paliotti con “Storie di san Francesco”, che testimoniano l’influenza esercitata dagli ordini mendicanti – quello francescano in primis – sulle arti visive.
Sotto lo stimolo della spiritualità francescana, tutta volta a una meditazione incentrata sugli aspetti più drammatici e fisicamente tangibili della Passione di Cristo, anche il linguaggio formale assume tratti realistici ed espressivi, come è dato riscontrare in molti capolavori della scuola umbra Due-Trecentesca.
Evidente risulta la centralità del territorio umbro che, soprattutto grazie al grande e vitale cantiere della Basilica di San Francesco ad Assisi, vide confluire al suo interno una molteplice varietà di linguaggi artistici internazionali – dalla lingua franca d’oltralpe agli stilemi importati da maestranze inglesi e nordiche, che furono impegnate nella realizzazione della chiesa superiore – favorendo così anche l’arricchimento e la diversificazione della produzione artistica locale.

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