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Quanto incassano e come spendono le municipalità locali.

I riepiloghi dell’Istat consentono, supplendo seppur in ritardo alla carenza di informazione di cui soffrono le Amministrazioni locali, di conoscere come i singoli Comuni spendono le risorse. Sono ora disponibili le statistiche relative al 2003, che riservano sorprese e conferme ai cittadini della media valle del Tevere. I dati sono comprensivi delle spese correnti, cioè quelle per retribuzioni e consumi, e delle spese in conto capitale, ovvero quelle che hanno una utilità prolungata nel tempo.
Cominciamo però ad illustrare i numeri riferiti alle entrate, perché sono queste che vincolano almeno in parte le spese (altre cospicue risorse derivano infatti da trasferimenti in conto capitale, accensione di prestiti, contributi regionali, statali o comunitari).
Nell’anno preso in esame, a livello comprensoriale, solo il 29% delle spese risultano finanziate con le entrate tributarie dei Comuni: in media ogni cittadino ha contribuito con 384 euro.
La municipalità che ha coperto di più le spese con entrate tributarie è stata Deruta. Chi invece ha potuto realizzare spese di molto superiori alle entrate tributarie risulta Massa Martana, che ha usufruito di 351 euro per abitante arrivati, sotto forma di trasferimenti da Stato e Regione, per la ricostruzione post-terremoto. I cittadini che più hanno contribuito sono stati i tuderti che, attraverso i tributi, hanno fatto pervenire alle casse comunali 406 euro a testa, contro i 392 euro dei derutesi, i 385 dei marscianesi e, sotto la media, i 311 euro dei frattigiani. Se alle entrate tributarie aggiungiamo quelle extratributarie ed i rimborsi per servizi in conto terzi, la media delle entrate dei Comuni del comprensorio raggiunge i 707 euro a persona. In testa Monte Castello con 1.080 euro; sopra la media anche San Venanzo (831) e Marsciano (813); in coda Collazzone con 527 euro di entrate proprie per abitante.
Sul versante delle spese è, per effetto della ricostruzione, il Comune di Massa quello che, con 2.897 euro per abitante, svetta nella graduatoria, seguito da quello di Collazzone con 2.502 euro. Sopra la media anche Todi (1.626 euro), con buon ultima Deruta (659 euro per abitante). La spesa totale viene classificata dall’Istat in otto grandi categorie. Per le spese generali è in testa Collazzone (478 euro ad abitante), ultimo quello di Deruta (220); sopra la media Massa (360), Todi (311) e Monte Castello (308). Per la voce “polizia e giustizia” la spesa è minima: solo 29 euro in media per abitante. Più di quattro volte superiore (108 euro) è la spesa media per l’istruzione. Ma a Marsciano si spende per la scuola quasi il 40% in più (144 euro); anche San Venanzo è sopra la media (112), mentre tutti gli altri Comuni spendono di meno, fino ad arrivare a Monte Castello che chiude la fila con 62 euro. La spesa media annua per la viabilità è di poco superiore a quella per l’istruzione: 114 euro per abitante. Fratta Todina è in testa con 210 euro, sotto la media Deruta (75), Todi (92) e Monte Castello (95). Non molto si spende per cultura e sport (74 euro), nonché per le azioni sociali (72) e per il turismo e lo sviluppo economico (56): solo 20 euro per abitante a Fratta per cultura e sport; solo 14 euro a San Venanzo per azioni sociali; solo 2,6 euro per turismo e sviluppo a Fratta. In due delle suddette tre categorie di spesa primeggia Massa, mentre la spesa per azioni sociali più elevata si registra a Deruta (84 euro). Tutto il resto della spesa va a favore del territorio. E’ questa una categoria in cui vanno ricomprese per lo più spese di “costruzione” diverse da quelle stradali. In questa categoria, oltre all’ovvio primato di Massa Martana, con 1.786 euro per abitante, si segnalano Collazzone con 1.592 euro e Todi con 849.
Un dato interessante, perchè costituisce anche un indice di efficienza e tempestività, viene dal confronto delle spese impegnate e dalle entrate accertate nell’anno. Nel comprensorio, a fronte di 85,3 milioni di euro di entrate accertate, le spese impegnate sono state 72,5 milioni. Ciò significa che, per quasi il 15% delle entrate, le Amministrazioni non sono riuscite a deciderne la destinazione entro a fine dell’anno. Una percentuale che raggiunge il 38% a Monte Castello, il 33% a San Venanzo, il 29% a Marsciano, il 26% a Deruta, il 23% a Fratta. Poi, molto distanti, Collazzone con il 5%, Todi con il 4% ed infine Massa con appena lo 0,6% di scostamento.

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