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Viticoltori, cantine ed esperti da tutta l'Umbria per confrontarsi su una produzione enologica più sostenibile
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Una sfilata di testimonianze sulla viticoltura sostenibile dell’Umbria. E’ quella andata in scena sabato 27 gennaio all’Istituto Agrario di Todi dove si sono dati convegno esperti, coltivatori e cantine della regione da anni impegnate prima nella conversione dei vigneti e poi nella pratica agricola biologica.
Un tema delicato, a volte oggetto di visioni controverse, che è stato trattato in maniera utile ed efficace, grazie proprio ad un approccio pragmatico che ha visto sfilare al microfono una quindicina di aziende grandi e piccole portatrici della propria esperienza in campo.

Un approfondimento importante vista la tendenza alla crescita costante del settore, sia tra i piccoli produttori che tra grandi attori del mercato. Secondo i dati del Sinab, il sistema di informazione sull’agricoltura biologica, in Italia le superfici coltivate con metodo biologico hanno raggiunto quota 1.795.650 di ettari nel 2016, che si traducono in una crescita del 20,3 % rispetto all’anno precedente.
Le vigne biologiche ammontano a  53.900 ettari (dato aggiornato al 2015), il 15% in più rispetto all’anno precedente. In crescita anche le superfici in fase di conversione, passate da 25.460 ettari a 29.741. Tra il 2010 e il 2015 l’incremento è stato complessivamente del 60%. In Umbria l’incremento è del 23%.

Dati ancora più dettagliati ed aggiornati, dopo l’introduzione del Preside Marcello Rinaldi, sono stati forniti in apertura di convegno da Matteo Bartolini, vicepresidente nazionale di Federbio, il quale ha indicato il quadro di riferimento a livello europeo e nazionale. Moderata da Sandro Camilli, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier dell’Umbria, il dibattito è proseguito con l’intervento di Niccolò Barberani, agronomo, enologo e viticoltore, membro della giunta di Confagricoltura proprio con delega alla viticoltura.
Ulteriori testimonianze sono venute da Omero Moretti, Giovanni Cenci, Filippo Antonelli, Roberto di Filippo delle omonime cantine rappresentative delle zone più vocate della regione; ed ancora da Vincenzo Pepe di Lungarotti, Gianni Perni della Tenuta San Rocco e da Moreno Moraldi del Collegio nazionale degli Agrotecnici. Non sono mancati interventi di biologi, naturalisti e rappresentanti delle organizzazioni di categoria. Il professor Alberto Palliotti dell’Università di Perugia ha tirato le conclusioni del dibatito. Presenti anche gli organizzatori della prossima edizione del Todi Wine Show (9 e 10 giugno 2018).

Non è un caso che un approfondimento di così alto livello si sia tenuto all’Istituto Agrario di Todi, scuola di agricoltura dove sono attivi corsi di viticoltura ed enologia ed un sesto anno per la specializzazione in enotecnico, un luogo dunque in cui i giovani imparano le più moderne tecniche della vinificazione.
La giornata si è conclusa nel chiostro della Cittadella Agraria con una degustazione di vini biologici, un’occasione per attestare l’alto livello qualitativo raggiunto dalla produzione enologica bio.

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